Partecipate, utili in salita ma non per tutte le società

Documento di programmazione del Comune: bene gruppo Avm e Veritas ma Insula, Ive e Ames sono in passivo e il Casinò è il caso più preoccupante
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, via San Donà, Palaplip/ Conferenza di Brugnaro ad un anno dalla sua elezione a sindaco - nella foto Zuin
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, via San Donà, Palaplip/ Conferenza di Brugnaro ad un anno dalla sua elezione a sindaco - nella foto Zuin
Più che raddoppiato nell’ultimo anno l’utile delle società controllate del Comune di Venezia. Lo certifica il Documento unico di programmazione (Dup) per il 2018-2020 appena approvato dal Comune e che riporta appunto anche il quadro complessivo della partecipate del Gruppo Città di Venezia, seguite in particolare dall’assessore alle Aziende Michele Zuin. Si passa infatti dai circa 5 milioni e 114 mila euro circa del 2015 ai circa 11 milioni e 170 mila euro dello scorso anno.


Il nodo Casinò.
Ma lo stato di salute delle partecipate comunali è in realtà a macchia di leopardo e per quanto riguarda il gruppo Casinò - sceso da un passivo di quasi 5 milioni e 100 mila euro del 2015 a un rosso di 672 mila euro lo scorso anno - il miglioramento dei conti è frutto soprattutto delle ricapitalizzazioni e della rinuncia a crediti da parte del Comune, che ha dunque ceduto risorse per riequilibrare il bilancio della casa da gioco, che resta in forte sofferenza di suo.


Il bando di Avm.
Il vero, sensibile miglioramento, è quello che riguarda i conti del gruppo Avm - che riunisce oltre alla capogruppo, anche Actv, Vela e Pmv - con un utile più che raddoppiato nell’ultimo anno, superiore ai 5 milioni di euro. Un miglioramento evidentemente dovuto anche all’aumento degli introiti da bigliettazione turistica. L’altra certezza resta Veritas, la partecipata in assoluto con i conti migliori, con un utile che supera abbondantemente i 7 milioni di euro, in limitata crescita sull’anno precedente. Si tengono in discreto equilibrio - ma con utili modesti - anche Venezia spiagge e Venis, la società informatica del Comune.


Ames, Ive e Insula in passivo
. Ma poi cominciano le dolenti note. Ames - la partecipata che si occupa di farmacie e mense scolastiche - peggiora i suoi conti per oltre 700 mila euro, rimanendo in attivo di bilancio per poche decine di migliaia di euro. Insula - che si occupa di manutenzioni e alloggi e che è ormai a corto di risorse senza i fondi di Legge Speciale - passa dal leggerissimo attivo del 2015 a un passivo di oltre 430 mila euro. E Ive, l’Immobiliare Veneziana, braccio operativo del Comune anche per il social housing, che ancora nel 2014 registrava un utile di esercizio di quasi 8 milioni di euro, ora che è stata caricata tra l’altro anche della gestione degli immobili comunali in vendita del disciolto Fondo immobiliare Città di Venezia gestito in passato da Est Capital, ha chiuso il 2016 con un passivo di circa 460 mila euro, dopo che già l’anno precedente registrava i suoi conti in rosso, sia pure di poco.


Per questo ora il Comune - come si legge anche nel Dup - pensa a una riorganizzazione di Ive, con Insula, Vega - la società del parco scientifico e tecnologico di Marghera, anch’essa in cattive acque - e la neonata Fondazione Agenzia di Sviluppo Venezia, cercando di fare squadra.
Veritas la più solida a livello patrimoniale
. Dal punto di vista patrimoniale la partecipata nettamente più solida è Veritas, con un patrimonio netto di quasi 200 milioni di euro cresciuto di quasi 3 milioni solo nell’ultimo anno. Ma anche il gruppo Avm, con oltre 90 milioni di euro, cresce leggermente. In equilibrio Venezia spiagge e Venis, mentre Casinò, Ames, Insula e Ive nel 2016 si sono un po’ «impoverite».


Cmv spa da liquidare
. Per quanto riguarda il Casinò, inoltre, anche il Documento Unico di Programmazione del Comune, ribadisce che la Cmv spa - la società patrimoniale del Casinò, che ora ha ceduto buona parte dei suoi immobili e dei suoi debiti alla Casinò di Venezia gioco - dovrà essere messa in liquidazione. Ma non prima di aver venduto i terreni del Quadrante di Tessera che ha ancora «in pancia», per abbattere così la sua quota di debito. E il Comune sta ancora cercando un compratore reale.


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