Parrucchieri del Veneziano, spunta l'aumento Covid. «Trasparenza verso i nostri clienti»

Due euro per l’uso dei prodotti igienizzanti che si devono usare nelle attrezzature. Ma non tutti lo applicano: «Vediamo come andrà»

Mestre.

L’acquisto di kit monouso e macchine ad ozono per sanificare i locali ha avuto un effetto immediato sul prezzo dei servizi offerti ai clienti che da lunedì si sono riversati da barbieri, parrucchieri ed estetiste.

La sicurezza si paga, con un ritocco all’insù del listino prezzi. Non dappertutto, però. Artigiani esercenti e commercianti sono equamente divisi tra chi teme che dopo il primo “giro” le persone non tornino più e un eventuale rialzo le faccia scappare, e chi, invece, comunica al cliente di aver ritoccato il prezzo. Del resto frutta, verdura e alimentari sono aumentati da un bel pezzo.


In alcuni saloni è spuntata, in tutta trasparenza, la voce “Covid” nello scontrino. È il caso di Beauty Fashion, salone di Sergio Gnan, che spiega: «Si tratta del costo del materiale che usiamo per la protezione del cliente durante la permanenza in negozio: 2 euro, non ci guadagniamo né lucriamo, lo troverei disonesto. Siamo riusciti a tenere bassa la voce perché abbiamo atteso prima di acquistare tutto quello che ci veniva proposto per aprire a prezzi gonfiati. Ci siamo attenuti alle indicazioni Spisal e copriamo la spesa di ogni cliente: mantellina, igienizzante, borsa etc». Prosegue: «Le persone non si lamentano. Al contrario, è giusto scriverlo e inserirlo correttamente, la chiarezza è la più bella cosa».

Adriano Volpato di Image, a Mestre, è di avviso differente: «Nessun rincaro, prezzi identici. Ho mascherine, gel, mi sono dotato anche di un macchinario per sanificare l’aria, molto costoso. Aumentare il prezzo è un rischio perché la gente soldi ne ha molti meno. Distribuendoli su un numero elevato di persone, i costi della sanificazione si recuperano velocemente, i problemi sono altri: siamo rimasti chiusi 2 mesi e mezzo con spese correnti e senza introito».

«Ho fatto una correzione sul costo vivo del materiale mono uso» spiega Claudio Gambato di Solo Stile a Moniego di Noale «ho inserito 1 euro nella voce “servizi vari”. La gente non protesta, anzi ci ringrazia perché capisce che è un grosso lavoro e perché si sente sicura». Il “ritocco” dipende dai saloni, dalle dotazioni e dalla spesa per acquistarle. Barbara ed Elisa, di Vd Immagine, sono bardate di tutto punto, e per ora non hanno previsto rincari.

Quello che faranno, sarà installare una cassetta all’entrata, con offerta libera per “sanificazione e dotazioni Covid”. «In modo tale che le persone possano decidere in libertà di darci un contributo» spiegano. Un’idea che piace e che qualcuno copierà. Quello che invece faranno, sarà applicare un sconto del 20 per cento alle partite Iva. «Non ci hanno dato nulla» spiegano «per questo noi a tutte le partite Iva che verranno in questo salone faremo uno sconto».

Paola e Patrizia di Equipe Donna, per ora non hanno messo in listino ritocchi all’insù: «Abbiamo tutto uso e getta» precisano «spendiamo per ogni persona circa 2,5 euro, ma per ora nessun aumento, si deve andare cauti. Vogliamo prima vedere la gente che ritorna».

Anche loro sono favorevoli alla cassetta con offerta pro sanificazione. «All’inizio avevamo pensato di far pagare il kit mono uso» spiega Maurizio Scattolin di Shock International «ma l’investimento è moderato, quindi rimane tutto così, stessi prezzi». Frida Saoner, del centro estetico Solo Me, ha inserito nel listino, in trasparenza, la voce “servizio sanificazione”.

Che per un centro estetico è una partita importante. «Ogni cabina va sanificata dopo ogni cliente. Usiamo ogni tipo di protezione e dopo ciascun servizio abbiamo un quarto d’ora di igienizzazione, che significa 6 ore in meno di lavoro». Lamentele? «Nessuna. Anzi. Le clienti pagano volentieri, hanno capito bene cosa significa». Nessuna voce nemmeno da I Marloo. «Siamo foderati di gente, le persone sono senza lavoro, sarebbe brutto». —

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