Parrucchiere cinese a dieci euro

Apre in centro il primo artigiano con gli occhi a mandorla. E fa paura
La vetrina italo-cinese del parrucchiere «Angelo»
La vetrina italo-cinese del parrucchiere «Angelo»
 SAN DONA'.
Apre il primo parrucchiere cinese, il mondo del commercio e artigianato locale si interroga sulla nuova «invasione orientale». San Donà non è un terreno facile per la conquista di nuove fette di mercato, soprattutto per i cinesi che già hanno provato ad investire sulla ristorazione con scarsa fortuna. Poi si sono rivolti al settore abbigliamento, quindi hanno aperto o gestito tre bar e negozi di oggettistica varia in periferia.  Ma il parrucchiere cinese di via Ancillotto è una vera novità. Si chiama «Angelo», mentre è impronunciabile il nome originale cinese scritto con i caratteristici ideogrammi.  Aprirà a giorni in via Ancillotto, strada centralissima, quella del teatro Astra per capirci, che già ha accolto indiani e pakistani nella sfida del Kebab.  E come prevedibile, il parrucchiere per uomo, donna e bambino, lancia prezzi bassissimi, fino ad un terzo o un quarto dei prezzi di mercato. Basti pensare che shampoo, taglio e piega si attestano a 10 euro. E ogni 10 servizi, uno è in omaggio.  La categoria è in subbuglio. Corrado Marian, titolare del salone Corrado di San Donà, uno dei parrucchieri più in auge nel Veneto, ha parlato a nome dei colleghi. «Tra noi non ci sono preconcetti di stampo razzista- commenta tra un taglio e l'altro nel vociante salone di via Stefani- certo questi sono prezzi molto, troppo bassi rispetto al mercato. L'importante è che vi siano regole rispettate da tutti, anche da colleghi stranieri. Bisogna rispettare le indicazioni sui prezzi, i prodotti usati nel lavoro. Tutti dobbiamo rispettare queste regole, a maggior ragione chi si affaccia sul mercato. Lo dobbiamo alla categoria e soprattutto ai nostri clienti».  L'associazione commercianti è perplessa. «Non siamo di fronte ad un'invasione- commentano gli «osservatori» dell'Ascom- in passato già i ristoranti hanno faticato ad affermarsi e anche l'abbigliamento di gestione orientale. C'è un normale turn over, ma non siamo di fronte al fenomeno che si è visto in altre città».

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