Parolin benedice il dormitorio «A inaugurarlo forse il Papa»

Il Segretario di Stato del Vaticano: «Commosso per l’affetto che la gente esprime per il Santo Padre Le persone in difficoltà troveranno accoglienza. Testimonianza viva della Chiesa di Venezia»
Di Marta Artico
Inaugurazione del dormitorio/mensa "Papa Francesco" presso la ex scuola Edison di Marghera con la presenza del Patriarca Moraglia e il segretario di stato Vaticano Parolin
Inaugurazione del dormitorio/mensa "Papa Francesco" presso la ex scuola Edison di Marghera con la presenza del Patriarca Moraglia e il segretario di stato Vaticano Parolin

Potrebbe essere Papa Francesco a tagliare il nastro della mensa-dormitorio che la Caritas veneziana sta realizzando a Marghera, nei locali dell’ex scuola Edison messi a disposizione dal Comune, su impulso del Patriarca. Il condizionale è d’obbligo, visto che sul tappeto non c’è nulla di ufficiale. Ieri pomeriggio il Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, nella sua prima uscita pubblica ufficiale, ha benedetto la struttura di via Mameli e scoperto la targa dedicata a Bergoglio assieme al capo della Chiesa veneziana, al direttore della Caritas, don Dino Pistolato, ai vicari, i delegati patriarcali, i parroci di Marghera e una piccola folla di persone. Presenti il prefetto, il questore, il vicesindaco Sandro Simionato, autorità civili e religiose.

Sorridente, diponibile, il braccio destro del Papa non si è risparmiato. Ha visitato i locali che ospiteranno i senza fissa dimora, si è fatto illustrare nel dettaglio come funzionerà la mensa-dormitorio. «Sono emozionato e commosso», ha confidato, «soprattutto per l’affetto che le persone esprimono per il Papa, da cui si capisce che il Pontefice è entrato nel cuore della gente. La mia presenza qui testimonia l’attenzione del Papa al tema della povertà e alle persone che soffrono situazioni di disagio e di emarginazione». E ancora: «Questa è la prima uscita fuori Roma, a casa mia, c’è un filo della Provvidenza». Il segretario ha dormito nel palazzo patriarcale, oggi potrebbe visitare la Salute, prima di tornare in Vaticano. Alla domanda se il Papa inaugurerà la struttura, ha lasciato aperta la porta: «Speriamo, anche se pronunciarsi su questo tema è difficile, però potrebbe essere, speriamolo per lo meno». Insomma, nelle prossime settimane, c’è chi si attende qualche colpo di scena.

«Riflettendo su questa realtà che oggi andiamo ad inaugurare», ha detto Parolin, «sono stato colpito dal fatto che nei servizi offerti siano comprese quasi tutte le opere di misericordia raccomandateci dal Signore nella parabola del giudizio finale. Qui le persone senza fissa dimora troveranno accoglienza e ospitalità. Qui potranno lavarsi, vestirsi, mangiare, bere e dormire. Non si tratta solo di inaugurare un centro servizi per soddisfare i bisogni primari derivati da quello che è lo scopo principale dell’iniziativa, cioè dare un tetto a chi non ce l’ha. Ma una testimonianza viva di quanto i cristiani e la Chiesa di Venezia siano posseduti dall’amore di Cristo». Prima di scoprire la targa, è stato letto il messaggio che il Papa ha fatto pervenire al Patriarca Moraglia e a tutta la comunità, esprimendo gratitudine per l’intitolazione e benedicendo i presenti. «I fedeli del Patriarcato», scrive il Pontefice, «accolgano come Cristo i poveri facendoli sentire sempre a casa propria». Il Santo Padre ha manifestato «compiacimento per la provvidenziale realizzazione che concede un posto privilegiato ai poveri nel popolo di Dio». «La mensa-dormitorio costituisce un segno sia per la comunità ecclesiale sia per la comunità civile», ha detto il Patriarca, «uno spazio di carità solidale che offre servizi primari alle persone in difficoltà, un luogo di accoglienza che mira a venire incontro a situazioni di bisogno e, di conseguenza, costituisce pure un fattore di prevenzione». Forte il legame con l’attualità: «La zona prescelta è Marghera che, negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, costituiva un vasto polo industriale oggi in fase di ampia ristrutturazione e dove, a causa di politiche industriali non sufficientemente attente alla persona, si sono avuti casi in cui non pochi lavoratori, con le loro famiglie, hanno dovuto pagare un prezzo inaccettabile in termini di salute e lutti. La nuova struttura è un “piccolo seme”, il granello di senape che la Chiesa veneziana vuole custodire, coltivare e far crescere». Moraglia ha risposto con una lettera affidata al Segretario di Stato, alle parole del Papa. Il direttore della Caritas ha ricordato: «Aprire questa struttura è un segno di speranza, non un azzardo».

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