Parco San Giuliano, il Tar respinge il ricorso del Wwf

Bocciate le tesi dell’associazione Amici del Parco. La presidente Anna Forte: «Sentenza irricevibile, faremo appello»

Marta Artico
Una vista dall'alto del Parco San Giuliano
Una vista dall'alto del Parco San Giuliano

Sviluppo del polmone verde di Mestre, il Tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso dell’associazione Amici del Parco di San Giuliano e del Wwf, presentato sulla scorta della mobilitazione e della raccolta di sottoscrizioni contro i progetti della giunta comunale sull’area.

Il Piano approvato a febbraio, destinato a riqualificare l’area, che prevedeva tra le altre cose la demolizione degli attuali insediamenti, la realizzazione della nuova viabilità e di un nuovo acquedotto. Ma anche diversi nuovi fabbricati oltre alla ricollocazione dei pontili e della biglietteria per il trasporto persone, la sistemazione dell’attività di cantiere nautico esistente e la creazione di due parcheggi sulla proprietà Ater, per favorire i flussi da e verso Venezia sulla tratta San Giuliano-Fondamente Nove.

Ad aprile al Centro Candiani di Mestre era stato invitato in collegamento il papà del Parco, l’architetto Antonio Di Mambro, colui che progettò il grande Piano guida del polmone verde più grande d’Europa che si doveva, per stralci, estendere fino a Forte Marghera, i Pili e Campalto, facendo della gronda lagunare una grande area protetta, non cementificata, oasi per la fauna, inserita dentro l’area Unesco, comprese le rive del canale di San Giuliano. Anche l’architetto Di Mambro aveva sposato le critiche dell’associazione “Amici del parco”, esprimendo piena solidarietà e preoccupazione.

«Siamo senza parole» commenta Anna Forte, presidente dell’associazione Amici del Parco, «per noi questa è una sentenza irricevibile, e per quello che possiamo capire da una prima lettura che andrà approfondita, la motivazione che ha ispirato il respingimento del nostro ricorso ci sembra molto debole. Il Tar sposa la tesi che il Comune sta avviando una riqualificazione, inserendoci all’interno una zona produttiva, ma non comprendiamo la ratio. Di fatto si passa sopra il Pat, si passa sopra le normative urbanistiche, non si tiene conto della volontà dei cittadini di preservare il parco. A nostro avviso ci sono margini per ricorrere in appello ed è quello che faremo. La sentenza, ripeto, non da risposte agli interessi dei cittadini e della città».

Chiarisce: «Ci sembra incomprensibile che quel pezzo di territorio non trovi giustizia. L’amministrazione si è incaponita in situazione perdente, la battaglia continua e torneremo a far sentire la nostra voce».

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