Parco Albanese di notte, monta la paura
MESTRE. I gestori del bar “Baratto” a fianco della piscina lo chiedono da tempo e non sono i soli. Anche molti cittadini segnalano il malessere di girare la sera per il parco Albanese buio. Basta girare dopo le 18, quando cala il buio, per il parco urbano, per accorgersi che ci sono ampie porzioni del “polmone verde”, senza illuminazione sufficiente a trasformare la passeggiata serale in un momento sereno e non in un percorso al buio, specie nella zona che va dall’accesso di via Casona fino all’arena all’aperto e al viale che conduce alle piscine. E questa situazione, in un parco dove da settimane si ripetono le operazioni delle forze dell’ordine contro lo spaccio di droga, acuisce l’impressione di trovarsi non in un parco da vivere, quale è invece il parco Albanese, ma in una zona se possibile da evitare, specie quando cala la sera.
Gli spacciatori, per dirla tutta, preferiscono la luce del sole al buio. Le bande che operano all’Albanese (gambiani, ghanesi, kosovari) si concentrano tra il centro civico, il laghetto e i gradoni. Ben attenti a non mescolarsi alla gente che vive ogni giorno il parco e dotati di vedette di sorveglianza.
Ma la percezione che ricevono i cittadini è altra cosa: «Ben vengano i controlli della polizia locale, che sono aumentati e questo è un fatto esclusivamente da giudicare come positivo», commenta il presidente della Municipalità Vincenzo Conte, «poi c’è il problema dell’illuminazione serale che appare più tenue per effetto delle lampadine a led installate anni fa. Un problema che è comprensibile ma che non è l’unico in città: ci sono strade della Municipalità che la sera sono altrettanto buie con il rischio per l’incolumità pubblica. E se si interviene al parco, è bene farlo anche in queste strade. Ma servono fondi». L’istituzioni Boschi e Grandi Parchi, che gestisce il parco Albanese, è da mesi in gestione ordinaria, in attesa che il sindaco i nuovi vertici dell’ente e di conseguenza interventi straordinari di potenziamento dell’illuminazione non sono al momento previsti. L’architetto Gianni Caprioglio, presidente, spiega che lui qualche idea ce l’ha: «Penso ad un piano di sicurezza che potenzi l’illuminazione e pure le telecamere, collegandole ad una centrale di monitoraggio. Questo servirebbe qui, ma anche in zone come il Candiani dove al pomeriggio si vedono piccoli vandalismi e comportamenti maleducati», spiega.
Al Bar “Baratto” una maggiore illuminazione la chiedono da anni, non da mesi: «Fino alle 17.30 domenica scorsa c’era un sacco di gente, poi con il tramonto è partito il fuggi fuggi generale. La zona non è pericolosa come molti credono leggendo degli interventi della polizia locale. Con questo buio serale l’impressione non migliora. Per questo noi da tempo chiediamo di tenere illuminati i campi qui vicino e di organizzare eventi che facciano vivere il parco. Non è neanche un problema di manutenzione: anche la settimana scorsa gli operai sono intervenuti per sostituire lampadine “bruciate”», racconta Arianna Rossi. «Confidiamo in interventi migliorativi e in un progetto che sappia rivitalizzare un parco che merita di essere vissuto dalla gente».
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