Parchi e stazione, dieci piazze della droga

Dopo la rivolta dei residenti di via Fratelli Bandiera, ecco la geografia dei luoghi più frequentati dagli spacciatori
Foto Agenzia Candussi - ARTICO - MESTRE VIA FRATELLI BANDIERA BASSA-MARGHERA CARTELLI CONTRO IL DEGRADO
Foto Agenzia Candussi - ARTICO - MESTRE VIA FRATELLI BANDIERA BASSA-MARGHERA CARTELLI CONTRO IL DEGRADO

MESTRE. Prendete un compasso, fissatene l’ago sulla stazione ferroviaria e tracciate un cerchio. La mappa dello spaccio è fatta. Dopo la denuncia dei residenti di via Fratelli Bandiera -che hanno tappezzato la strada di cartelli contro gli spacciatori - abbiamo provato ad aggiornare la mappa di quello che è considerato l’ipermercato della droga del Nordest: Mestre, città che vanta il record di overdose in Italia.

Lungo stradine laterali, riparati dietro alberi e cespugli, ma anche nel chiuso di appartamenti o, la sera, nei cortili delle scuole: la mappa dello spaccio è in realtà la mappa di Mestre.

L’ultimo caso di via Fratelli Bandiera ha rialzato l’attenzione, suscitando un potenziamento dei controlli delle forze dell’ordine, che del resto non si sono mai allentati.

I residenti esasperati hanno affisso dei cartelli indicando - con tanto di frecce - i luoghi adibiti allo smercio di droga, così come gli “orinatoi” all’aperto. Moto di orgoglio che mostra coraggio, ma soprattutto segnala una situazione ormai al limite. E allora, dove non arriva lo Stato, le sentinelle scendono dalle loro case e, in un certo senso, si fanno esse stesse Stato: con i loro mezzi, che hanno la forma di una provocazione, sperando che possa essere stimolo. Talvolta, parlare di Marghera come grande piazza di spaccio è ben più di un’esagerazione.

Lo sono buona parte delle laterali di via Fratelli Bandiera. In piazzale Giovannacci confluiscono via Ulloa (dove sorgerà la nuova Questura) e via Giovanni Durando, praticamente alle spalle della stazione. Lo spaccio è praticato alla luce del sole: i trafficanti di morte si vedono a ogni ora del giorno e della notte anche nella centralissima piazza del Mercato. E poi nelle laterali di via Beccaria: via Correnti e via Rinascita.

Paradossalmente, a pochi metri dal presidio dei carabinieri. La stazione non è solo l’anello di congiunzione tra le strade di Mestre e di Marghera, ma anche delle loro piazze (di spaccio). Celebre il blitz della polizia del 10 luglio 2018 in via Monte San Michele, riuscito a “liberare” i residenti da una sorta di prigionia determinata dal malaffare nigeriano. Ma il commercio continua a pochi passi da lì: dalla stazione al centro, attraverso via Piave, via Dante, piazzale Bainsizza e via Cappuccina. E, lontano da occhi indiscreti, nel vicino parco del Piraghetto. Poi ancora in corso del Popolo, lato via Torino, in un progressivo allontanarsi dalla battuta stazione ferroviaria. Il mercato è in larga parte in mano agli africani, ma gli acquirenti di hashish, pasticche ed eroina hanno pelle “bianchissima”.

Più lontani dal centro, luoghi dediti allo spaccio sono il Rione Pertini, nella penombra del bosco dell’Osellino, lontano dalle luci delle case. E poco distante al parco Albanese, nonostante le continue ronde delle forze dell’ordine. Luogo storicamente “deputato” al mercato degli stupefacenti è l’area dei "cubi", dei quali più volte in passato è stato chiesto lo smantellamento. Un po’ come successe alcuni anni fa, con la demolizione delle “piramidi” del Candiani, con il piazzale così restituito alla città e a chi la vive. Ma il Bissuola tutto è in realtà un grande “polmone verde”: dalle piramidi per gli skater ai lunghi viali, sulle cui panchine si appostano gli spacciatori, fin dal mattino, e poi la strada che costeggia i palazzoni di via Casona. Ogni quartiere, a Mestre, ha il suo posto all'ombra. —

Laura Berlinghieri
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia