Paola, di Mestre, 51 anni, torna a vedere con l'"occhio bionico"

VENEZIA. Una donna di 51 anni di Mestre e un uomo di 65 di Bassano del Grappa sono stati i primi pazienti a ricevere all'ospedale di Camposampiero l'impianto di retina artificiale, l'«occhio bionico» (Argus II) che consentirà loro di recuperare, anche se solo in parte, la vista completamente perduta. L'evento, il primo in Italia in un ospedale non universitario, è stato presentato oggi: il presidente della Regione Luca Zaia, i vertici dell'Uls e i sindaci dell'area oltre ai sanitari di oculistica guidati dal Primario Marzio Chizzolini hanno tenuto «a battesimo» i primi due pazienti che, grazie ad uno studio sperimentale su persone affette da retinite pigmentosa divenute completamente cieche, finanziato dalla Regione con 631 mila euro, hanno ricevuto l'«occhio bionico» realizzato dall'americana Second Light Sight Medical Products.
Si tratta di pazienti che, avendo visto nel corso della loro vita, sono in grado di interpretare i segnali luminosi che l'impianto produce stimolando elettricamente la retina, grazie ad un sistema computerizzato e una matrice di 60 elettrodi sulla retina stessa in modo da fornire a pazienti completamente «al buio» la possibilità di recepire una visione, seppur rudimentale, fornendo una stimolazione elettrica che i loro fotoricettori non sono più in grado di fornire.
«Raramente - ha detto Zaia - mi è capitato di essere così contento di aver stanziato dei soldi con una delibera. Qui siamo davvero nel terzo millennio, e non siamo a Houston, New York o Londra, siamo a Camposampiero, provincia di Padova, Veneto. In un Veneto dove, nonostante i tagli governativi alla sanità contro i quali abbiamo ricorso alla Consulta, si continua ad investire in nuove tecnologie, nella professionalità dei medici, in un futuro con sempre meno ricoveri e con cure sempre più efficaci e moderne».
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