Panfilio: «Questo centro resta aperto per portare voti a qualcuno»
CONETTA. «Qui ha preso fuoco la dignità. Qualcuno deve porre fine a tutto questo». Il sindaco Alberto Panfilio arriva alla base di via Rottanova appena possibile ma rimane, come sempre, fuori dai cancelli. «Tanto non mi fanno entrare» dice, quasi sconsolato, ai cronisti presenti. La colonna di fumo nero ormai si è dispersa, portata via dal vento nel cielo azzurro di inizio autunno.
«Non sono sorpreso dell’accaduto» continua il sindaco «Questa è una tendopoli ed episodi di questo tipo possono accadere. Un posto dove ci sono materiali di questo tipo può prendere fuoco da un momento all’altro. Le cause scatenanti? Non lo so. Forse un segnale divino… Fino ad ora è andata bene e anche oggi possiamo ringraziare non ci sono state conseguenze per le persone». L’idea di fondo però è chiara. «Questo posto», rincara Panfilio, «deve essere chiuso. Se volessero, potrebbero farlo in tre giorni. Con il sistema di accoglienza diffuso, tra Veneto, Emilia Romagna e Friuli, queste persone potrebbero trovare ospitalità in pochi giorni. La politica chiuda questo luogo che è indegno di una società civile».
Intanto le ambulanze entrano ed escono, così pure i mezzi dei vigili del fuoco. Il cancello rimane aperto lo sterletto necessario per permettere il transito. Panfilio, anche lui alla ricerca di qualche dettaglio da un’auto dei carabinieri che a un certo punto esce e si piazza all’ingresso della base, ne ha per tutti. «La politica», spiega, «se n’è lavata le mani. Lo ha fatto quando, a suo tempo, ha permesso che tutto ciò nascesse e lo fa ora, in questo momento, speculando in vista della prossima elezione per potarsi a casa il netto ricavo dei prossimi voti. È solo una questione prettamente elettorale: lasciare il problema così com’è, senza risolverlo, non può fare altro che portare consensi. Questo è vergognoso».
Il primo cittadino se la prende anche con la scelta di lasciare la cooperativa Ecofficina a gestire l’hub. «Qui c’è ancora una cooperativa» aggiunge «che lavora perché il Ministro ha annullato un bando che aveva vinto qualcuno che probabilmente avrebbe lavorato meglio». Le ultime considerazioni sono per il recente “Decreto Salvini”. «Secondo la mia interpretazione», conclude Panfilio, «rappresenta una condanna definitiva per Conetta. Se non si propongono alternative, dove metteremo tutta questa gente? ». —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia