Panevin a Noale e Cavallino, faville verso il mare: ecco che anno sarà
Pronostico interlocutorio nella città dei Tempesta, indicazioni più precise nella “terra dei fuochi” dove ieri sono state bruciate 70 cataste
«Faive (faville) a Levante, anno abbondante, faive a Ponente, anno da niente».
Il responso del Panevin di Cavallino-Treporti sembra ottimistico, anche se non mancano - come ogni anno - venti che conducono a più pessimistici pronostici. Al Cavallino, comunque sia, ieri sera le faville si sono orientate verso il mare, dunque bene.
La terra dei fuochi
Davanti a una gremitissima piazza Santa Maria Elisabetta, con un pubblico di oltre millecinquecento spettatori, il panevin galleggiante sull’acqua ha dato spettacolo.
Unica limitazione è stata una transenna edile alta oltre due metri voluta dagli organizzatori su tutto il fronte lagunare della piazza per evitare incidenti e cadute in laguna degli spettatori.
Suggestivo anche l'imponente Berolòn incendiato alle 19 a Ricevitoria di Treporti dove si sono riunite circa 1200 persone per ammirare a distanza di sicurezza il grande rogo che ha riscaldato i cuori ospitato nella proprietà di Marina Fiorita.
Un plauso all'organizzazione di Treporti che ha razionalizzato i parcheggi e l'uscita dei mezzi dallo spazio attrezzato dopo il falò.
A decine i fuochi più o meno grandi allestiti nelle proprietà private dalle famiglie di Cavallino-Treporti, falò che si potevano ammirare come lumini del Presepe percorrendo le principali direttrici viarie di via Fausta e via Pordelio.
Una tradizione molto sentita a Cavallino-Treporti, tanto da contare sul litorale ben 62 panevin autorizzati su 44 chilometri quadrati, addirittura 1,6 per ogni chilometro quadrato. Un'occasione storicamente sfruttata dai coltivatori diretti anche per sbarazzarsi degli scarti delle lavorazioni agricole come sterpi e ramaglie.
La pira di Noale
A Noale oltre tremila persone ieri sera ad assistere al rogo della Pirola Parola, così si chiama il panevin nella città dei Tempesta. L’auspicio per l’anno che verrà a Noale però è stato interlocutorio, un vaticinio che non consente cioè di capire esattamente come andrà il 2025. A Noale il fumo spento dalla tramontana si è diretto tra Vicenza e Padova «ciamando na anada né bruta né bona». Così il “pronostego” dopo il rogo davanti alla Rocca dei Tempesta.
La marantega ha detto poi “co ghe saremo a cao ve la dirò tutta” , cioè quando ci saremo a capo si capirà .
Vista la grandissima partecipazione e qualcuno è stato costretto a rinunciare a vedere il gran falò perchè trovare parcheggio per le auto a Noale ieri pomeriggio dopo le 17.30 era davvero proibitivo.
La città però come da diversi anni a questa parte con questo evento si è davvero animata Non sono mancati i momenti musicali di allegria e i pittoreschi lamenti dei borghi del centro medioevale. Noale è stata invasa così fino a sera inoltrata da tantissime persone arrivate anche da fuori città, dalla Reiviera e dal Miranese ma anche dal Camposampierese, tantissime le famiglie con i bambini.
Infine in centro storico a Jesolo, sule rive del Sile, oltre 3000 persone in festa per il Panevin della Città di Jesolo, con oltre 1000 calzette distribuite dalla Pro Loco ai bambini accorsi per lo spettacolo della Befana.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia