Pam, i vertici rinviati a giudizio per frode fiscale

Bastianello e Dina a processo insieme ad altri cinque. «Totalmente estranei, fiducia nell’esito del procedimento»
SPINEA:..SUPERMERCATO PAM:..4/2/06 LIGHT IMAGE
SPINEA:..SUPERMERCATO PAM:..4/2/06 LIGHT IMAGE

VENEZIA. I vertici di una delle maggiori società di distribuzione italiane, la veneta Pam Spa, che oltre a controllare gli omonimi supermercati ha in portafoglio anche gli ipermercati Panorama e la catena di ristoranti Brek, sono stati rinviati a giudizio ieri dal giudice veneziano Andrea Comez e saranno processati per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale il 6 febbraio del prossimo anno dal Tribunale di Venezia. A chiederlo e ottenerlo il pubblico ministero Roberto Terzo, che ha coordinato le indagini della Guardia di finanza. Al termine dell’udienza da Pam è giunto un comunicato in cui si afferma che «i vertici del Gruppo, nell’esprimere ancora una volta il rammarico per vedersi rivolte delle accuse rispetto alle quali sono totalmente estranei, ribadiscono la proprio assoluta fiducia nell’esito positivo del procedimento». A subire il processo, che presumibilmente vedrà una schiera di testimoni sfilare davanti ai giudici prima della sua conclusione, saranno l’amministratore delegato di Pam Arturo Bastianello, 49 anni, padovano ma residente a Venezia, il direttore commerciale Salvatore Dina, 53 anni, veneziano, la responsabile amministrativa Maria Trevisanato, 58 anni, di Marghera, il direttore acquisti Fabio Godano, 42 anni, residente a Mirano, Maurizio Guarini, 43 anni, di Cittadella, titolare della I Dogi Spa, Stefano Negri, 42 anni, di Pisa, titolare della Alinghi Trade Spa, e Robert Rylance, 63 anni, residente a Brescia, titolare della Erre Trading di Lipsia (inizialmente c’era un ottavo imputato, il presidente del consiglio d’amministrazione Pam Giovanni Paolo Giol, che però nel frattempo è deceduto).

Stando alle accuse della Guardia di finanza, gli imputati avrebbero costituito e organizzato un’associazione finalizzata a commettere numerose frodi fiscali tra il 2003 e il 2006 (emissione e utilizzo di fatture e documenti per operazioni commerciali in realtà inesistenti; omessa dichiarazione dei redditi e dell’Iva) impiegando le società del Gruppo Pam e utilizzando quelle di Guarini, Negri e Rylance. Al centro degli accertamenti della fiamme gialle la compravendita di cellulari, il cui fatturato per il Gruppo Pam passava dai 258 mila euro del 2000 ai 301 milioni del 2005, scendendo a 39 mila nel 2007, dopo che i finanzieri avevano avviato i controlli fiscali. Secondo il capo d’imputazione, la “I Dogi” di Guarini avrebbe emesso fatture fasulle a favore di Pam per 57 milioni del 2003, per 76 nell'anno seguente, per 141 nel 2005 e per 67 milioni nel 2006, mentre Alinghi di Negri fatture per operazioni inesistenti per 285 mila euro. Lo stesso rappresentante della Procura, però, nella requisitoria durante la scorsa udienza aveva chiesto la prescrizione per i reati di frode ed evasione fiscale commessi fino al 2005. E ieri il giudice ha firmato il rinvio a giudizio solo per i reati fiscali del 2006. Si è costituito parte civile contro di loro il ministero delle Finanze con l'avvocato dello Stato di Venezia Giampaolo Schiesaro, il quale ha chiesto anche lui il rinvio a giudizio degli otto indagati.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia