Palude Venezia, i verbali dell’inchiesta: Boraso considerato un «pericoloso spicciafaccende»
L’imprenditore Matteo Volpato interrogato dai pubblici ministeri indagato insieme a Salis a proposito del piano di lottizzazione Aev

Uno «spicciafaccende» che con il passare del tempo si era rivelato perfino «pericoloso perché se non l’avessimo pagato rischiavamo che si rivolgesse contro: non di rado mi ha fatto intendere che avrei potuto subire delle ritorsioni da lui».
A parlare, nel corso dell’interrogatorio dello scorso 13 agosto, è l’imprenditore Matteo Volpato.
La vicenda in questione è invece quella che riguarda il piano di lottizzazione Aev di Dese e che vede indagati, oltre a Boraso, lo stesso Volpato (rappresentante della Treviso Immobiliare e della San Gabriele srl, proprietario dei terreni ceduti alla Cromwell) e Filippo Salis (rappresentante della Sfre srl, progettista e intermediario).
Secondo i pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini, tra il 2021 e il 2022 l’assessore avrebbe concordato con i due una tangente da 38 mila euro come contropartita per compiere una serie di atti contrari ai doveri d’ufficio per accelerare l’istruzione e la presentazione al Consiglio comunale delle proposte di delibere di approvazione dei piani attuativi presentati dal gruppo australiano Cromwell (a cui poi è subentrato il colosso belga Weerts) e della variante urbanistica che avrebbe destinato le aree a funzione di logistica.
Boraso, per l’accusa, avrebbe esercitato pressioni sui funzionari dell’ufficio urbanistica per accelerare la conclusione dell’istruttoria, intimidendo dirigenti comunali in caso di rallentamenti dell’iter.
Del progetto era stato interessato anche il sindaco Brugnaro, a cui lo stesso Volpato aveva «spiegato che la macchina amministrativa non funzionava», ed era stato affrontato nel corso di incontri tra rappresentanti del Comune (tra cui Boraso e Ceron) e imprenditori.
«Le decisioni importanti le prende solo il sindaco, che ha un carisma tutto suo, è un bravo imprenditore e traduce questa sua attitudine decisionista anche nella gestione della macchina comunale.
Brugnaro è un accentratore che non concerta con gli altri e che si spazientisce quando sente qualcuno che dice cose che non gli fanno piacere». Dopo un primo incontro, Volpato racconta poi ai pm di essere stato due volte a Chiusi, nella tenuta del sindaco in Toscana in occasione della tradizionale festa annuale con i dipendenti di Umana, per parlare con lui.
L’inseguimento per esporgli i suoi problemi legati alle lungaggini burocratiche, però, non va a buon fine. Nemmeno nel corso di un fugace incontro al Salone Nautico del 2023.
Tra gli ostacoli, anche l’opposizione della consigliera comunale Deborah Onisto (Forza Italia): «Ci ha fatto perdere almeno sei mesi, imponendo numerose modifiche al progetto e cercando in ogni modo di impedire l’operazione». «Per ottenere l’approvazione», aggiunge Volpato, «siamo ricorsi a Boraso e ho sottoscritto con lui il contratto nel 2021 per utilizzare il suo potere di accesso agli uffici comunali, per sollecitare la macchina amministrativa.
Ogni volta che c’era un blocco o un rallentamento, o io o Salis avvisavamo Boraso affinché facesse sentire la nostra posizione».
Le richieste di denaro di quest’ultimo, però, via via si fanno sempre più pressanti, al punto che i rapporti si raffreddano. «Ritenevo che questa sua attività presso gli uffici fosse lecita, non immaginavo avesse profili illeciti», è ancora Salis che parla, «ricorrere a lui è stata un’ingenuità. Sono altrettanto consapevole di non aver ottenuto nulla che non mi spettasse.
Non ho infatti avuto alcuno sconto dagli uffici amministrativi».
La conferma del pagamento a Boraso arriva anche da Filippo Salis, sentito dai pubblici ministeri lo scorso settembre scorso: «L’ho pagato per evitare che attuasse la sua minaccia di bloccarci i progetti, ha sempre cercato di farmi pagare il denaro attraverso consulenze fittizie alla Stella Consulting».
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