Palloncini bianchi e le note di Eros per l’ultimo saluto a Jessica
SAN MICHELE. Grande commozione ieri ai funerali di Jessica Dell’Innocenti, la diciottenne di San Biagio di Callalta (Treviso) morta la scorsa settimana in un incidente a Carbonera. La dinamica sembra chiara, ma non si fanno riferimenti nelle esequie.
Il sole di una tiepida giornata nel giorno degli innamorati saluta la diciottenne. Celebra il funerale don Mirko Dalla Torre, responsabile triveneto per la pastorale dei fedeli degli spettacoli viaggianti. I fedeli sono 500. Ci sono i palloncini, le magliette indossate dagli amici, la musica suonata da un registratore. Ma non c’è nulla di ostentato.
Traspare solo il dolore dei familiari e degli amici che hanno amato Jessica. La bara bianca è giunta in largo anticipo. Lì attorno si improvvisa una veglia attorno a lei. È un ultimo abbraccio, non solo ideale. Regna un silenzio assoluto. Si odono le parole di “L’Aurora” di Eros Ramazzotti: «Forse un giorno cambierà». Si entra in chiesa e non c’è posto per tutti. Spuntano ritratti di Jessica sorridente. In fondo il suo sorriso sarà sempre lo stesso.
Il parroco ha riferito nell’omelia parole molto significative: «Non dobbiamo interrogarci sul perché. Jessica non era sola. A mamma Paola va il nostro affetto. Il dolore della mamma non lo possiamo capire, tanto meno gli uomini. Jessica era con Romeo, il suo papà. Di lui celebrammo a San Michele il funerale. Era con Jessica anche Nostro Signore. Gesù è in mezzo a noi tra le carovane. Non ci sono sabato e domenica liberi. Con Gesù portiamo la gioia e la festa nei nostri spettacoli viaggianti. Gesù ha vinto la morte, cari ragazzi. San Paolo nella lettera ai Romani dice che nulla ci potrà separare dall’amore di Dio. Nel Vangelo, Giovanni spiega nell’ultima cena che Gesù rasserenava i nostri cuori preparando il paradiso in cui saremo sempre con lui. La tomba dei nostri cari è ritrovarci negli anniversari. La vita sarà sempre con lui».
I fedeli piangono e non si rassegnano a queste parole che volano morbide sui visi affranti delle giovani donne. «Gesù è nella nostra vita. Si sta tanto presto a dividersi. L’amore nel ricordo di Jessica continuerà tra di noi. È inutile che viviamo la nostra vita tra le delusioni. Avete visto cosa ci riserva la vita? Noi dobbiamo scusarci con Jessica. Dovevamo starle più vicino.
Accanto a Jessica ci sono il papà e tutti gli altri. Mi ripeto. È difficile celebrare questi funerali. Noi chiediamo al Signore che perdoni tutte le mancanze della nostra fragilità umana. Di piazza in piazza, noi viviamo la vita del cristiano. Non abbiamo meta. La nostra meta è il paradiso».
Il silenzio successivo ha permesso a tutti di ricordare Jessica nella bellezza della sua vita e dei suoi diciotto anni spezzati contro un muretto lungo una strada della periferia trevigiana. Il rumore dei singhiozzi è spezzato dalle note di un carillon. Breve il ricordo finale degli amici. Esce la bara e si liberano palloncini bianchi. Sui santini c’è un verso di Vasco Rossi tratto dalla canzone “Sally”: “La vita è proprio un brivido che vola via”. La bara in segno di omaggio viene alzata tre volte su richiesta del nonno. E poi le rose all’arrivo in cimitero. Addio a Jessica e ai suoi 18 anni. —
Rosario Padovano
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