Palio delle Repubbliche, Venezia arriva ultima: il mea culpa dei tecnici

Ultimo al traguardo dopo tre vittorie consecutive. Il tecnico Zabotto si addossa ogni colpa: «La mia carriera finisce qui»
cruccu foto er regata repubbliche marinare 2016 amalfi
cruccu foto er regata repubbliche marinare 2016 amalfi

AMALFI. Delusione Venezia. Il galeone lagunare brucia in un attimo il pronostico vincente della vigilia. Parte male, sbaglia gara e arriva ultimo al traguardo. Dopo tre vittorie consecutive l’amarezza del quarto posto.

Sono i padroni di casa di Amalfi a vincere con grande merito la 61esima edizione del Palio delle Antiche Repubbliche marinare. Un tifo da stadio, decine di migliaia di persone assiepate sulle rive e sulla strada della Costiera hanno salutato con urla e applausi l’11esimo successo nella sfida remiera.

Fuochi d’artificio improvvisati e il timoniere del galeone azzurro che si getta in acqua per la gioia appena tagliato il traguardo. Vittoria netta, maturata negli ultimi 500 metri. Fino ad allora era stato in testa il galeone rosso di Pisa, la vera sorpresa della giornata, con una barca di vantaggio. Nell’ultima frazione l’aumento del ritmo per gli amalfitani, che avevano in barca campioni italiani del canottaggio del calibro di Paonessa, Infimo, Lucibello, con i veterani Lucibello, e Liuzzi.

Quali le ragioni del crollo dell’equipaggio veneziano? «Abbiamo sbagliato gara, completamente», dice sconsolato all’arrivo il tecnico veneziano Stefano Zabotto, «colpa mia. Troppi colpi e alla fine la barca andava indietro invece di andare avanti. Non siamo mai stati in gara. Peccato. La mia carriera finisce qui».

Un ciclo d’oro, quello condotto da Zabotto insieme a Mauro Serena e Alberto Vianello, con tre vittorie consecutive negli ultimi anni. E un ultimo posto che adesso cambia le carte in tavola. Annuncio di ritiro, che forse potrà rientrare. Ma la delusione è grande.

Eppure il quadro alla vigilia sembrava molto diverso. Galeone verde affiatato e competitivo, tempi da record a cronometro. Una causa della sconfitta forse il numero d’acqua, 1 sottoriva, che è toccato ai veneziani ultimi anche nella regata dei gozzi. Una norma introdotta lo scorso anno che ha sostituito l’estrazione con la scelta di chi vince nei gozzi.

«Assurda», dicono gli atleti. Corsia sottoriva penalizzata mentre Amalfi, partita con il 4 al largo, vedeva attenuarsi sotto la pioggia battente l’handicap del vento e delle onde lunghe provenienti da nord ovest. Corsia sbagliata e tanto nervosismo. Perché alla partenza ci sono stati ripetuti episodi di contestazione dei tifosi verso gli atleti veneziani, con il lancio anche di qualche bottiglietta di plastica. Ma non basta per spiegare la disfatta.

Il galeone con al timone il giovane Stefano Morosinato, lo stesso che lo aveva guidato alla vittoria nelle ultime tre edizioni, non ha mai preso il ritmo giusto. Indietro già alla prima boa dei 500 metri, nettamente ultimo ai 1500 nel percorso di 2 mila metri da Capo di Vettica a Marina Grande.

Per Amalfi e la costiera una festa di popolo. Applausi e drappi sventolati da ogni finestra, una folla incontenibile nella piazzetta intitolata a Flavio Gioia, l’inventore della bussola, sulle strade e le “scalinatelle“, sui gradini del duomo, sulle terrazze imbadierate. Fuochi d’artificio fino a tarda sera per una vittoria che ha un significato profondo, non soltanto sportivo.

Con il successo di ieri Amalfi sale a 11 vittorie nell’Albo d’oro della manifestazione. Appuntamento a Pisa, sulle acque dell’Arno, per l’edizione 2017.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia