Palazzo in Bacino Orseolo assolti i due imputati
È bastata un’ora e mezza di camera di consiglio ai giudici del Tribunale lagunare presieduto da Stefano Manduzio per assolvere perché il fatto non sussiste Roberto Maschio (61 anni), tecnico del Servizio procedimenti tecnici del Comune, e il 53enne immobiliarista veneziano Riccardo Dipietri. Un processo che è durato quasi due anni, con sedici udienze e decine di intercettazioni trascritte.
Il pubblico ministero Paola Tonini aveva chiesto, ieri mattina al termine della sua requisitoria, una condanna a due anni di reclusione per ciascuno dei due imputati che dovevano rispondere di concorso in corruzione e abuso d'ufficio per la vicenda dell'immobile che ora ospita l'Hard Rock Cafè, in Bacino Orseolo. I magistrati hanno sostanzialmente accolto le richieste dei difensori gli avvocati Fabio Niero, Matteo Garbisi, Federica Bertocco e Alvise Muffato. Gli avvocati non hanno puntato soltanto a sostenere che non c’erano prove sufficienti per la condanna, ma hanno cercato di smantellare le ipotesi accusatorie. In particolare, si sono battuti per dimostrare che è fuori luogo ritenere che sia stata pagata una tangente consistita in dodici bottiglie di prosecco e un mezzo prosciutto crudo in un affare che aveva in ballo una sanzione da 500 o addirittura 700 mila euro da parte del Comune per le violazioni edilizie nella ristrutturazione del palazzo, sanzione che sarebbe stata bloccata in cambio di quella mazzetta. Ora, sarà necessario attendere le motivazioni della sentenza per conoscere i perché della scelta del Tribunale.
«Stavamo intercettando da dieci mesi il geometra Antonio Bertoncello e il funzionario del Comune Rudy Zanella», aveva raccontato in udienza il colonnelllo del Nucleo di Polizia Tributaria Paolo Zemello, che aveva svolto le indagini, «e abbiamo ascoltato una conversazione tra Zanella e Maschio, quindi un sms in cui il primo spediva delle cifre accanto a delle sigle, una era quella che ritenemmo si riferisse a Maschio, visto che era R.M. Così ottenemmo l'autorizzazione per intercettare anche le sue utenze». In questo modo, i finanzieri, avevano ascoltato alcune conversazioni tra Maschio e Dipietri sui lavori al palazzo di Bacino Orseolo in cui è ospitato il locale. «Nel novembre 2010», aveva proseguito il colonnello, «l'immobiliarista si mette d'accordo con Maschio per consegnargli "due o tre robette per Natale", dice lui, e si danno appuntamento». Le fiamme gialle decidono di pedinarli e vedono uscire il funzionario dall'ufficio e salire sul motoscafo dell'imprenditore a Rialto e assieme avviarsi al Tronchetto. «Ad attenderli c'era un Opel station wagon guidata dalla moglie di Maschio e scaricano dal motoscafo otto scatoloni di varia misura».
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