Palazzo Grassi in passivo, ma copre Pinault

Anche il bilancio 2017 della società in rosso di 1,9 milioni di euro, ma l’imprenditore e collezionista sana sempre le perdite
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 11.04.2015.- Inaugurazione Mostra Martial Raysse. Pinault.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 11.04.2015.- Inaugurazione Mostra Martial Raysse. Pinault.



Palazzo Grassi chiude in passivo, ma tanto ci pensa «papà» Pinault a ripianare. La Palazzo Grassi spa, la società che gestisce le tre della Fondazione Pinault in laguna - appunto lo stesso Palazzo Grassi, l’attiguo Teatrino e la Punta della Dogana, ottenuta in concessione dal Comune - ha approvato di recente il suo bilancio consuntivo.

Che registra, ancora una volta, una perdita, di poco inferiore al milione e 900 mila euro, leggermente superiore a quella dell’anno precedente, di circa un milione e 815 mila euro.

Ma anche l’anno precedente e anche quelli prima hanno sempre registrato un passivo per la «creatura» espositiva a tre teste del miliardario e collezionista francese François Pinault che ha scelto appunto Venezia per farne la vetrina principale della sua collezione d’arte contemporanea in continuo divenire, con periodiche mostre.

Ma anche la precedente gestione della Fiat - prima della vendita di società e palazzo - registrava comunque perdite significative legate all’attività delle mostre.

I costi significativi dell’attività espositiva dei due poli, non sono infatti coperti dai ricavi, a cominciare da quelli dei visitatori. Uno squilibrio strutturale, che però non ha mai preoccupato monsieur Pinault. Che infatti, regolarmente, ogni anno, ripiana le perdite con la sua società Artemis che detiene la maggioranza della società per azioni legata a Palazzo Grassi.

Perché il ritorno per Pinault non è evidentemente diretto, ma legato piuttosto all’immagine e alla visibilità che assicura alla sua collezione la «vetrina» veneziana, senza dimenticare che tra le società controllate dall’imprenditore transalpino c’è anche Christie’s, la maggiore casa d’aste d’arte del mondo. Scorrendo i dati del bilancio 2017 della Palazzo Grassi spa, si nota anche un sensibile aumento del fatturato. Nel 2016 era stato infatti di poco inferiore agli 8 milioni e 200 mila euro, mentre nel 2017 ha toccato gli 11 milioni e 800 mila euro circa. Un balzo in avanti dovuto evidentemente anche al grande sforzo economico e organizzativo legato alla megamostra simil-archeologica dell’artista britannico Damien Hirst, “Treasures from the Wreck of the Unbelievable”, che ha occupato per buona parte dell’anno le due sedi espositive di Punta della Dogana e Palazzo Grassi. Le passività di bilancio, in calo, sfiorano complessivamente i 29 milioni di euro. —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia