Palazzo della Regione, la mediazione d’oro non lasciò traccia
VENEZIA. Messe assieme le tessere del mosaico riguardante la compravendita del palazzo Compartimentale delle ferrovie disegnano un quadro inquietante per la spudoratezza con la quale l’affare è stato condotto. Un’affare dove sono spesi denari pubblici. Un quadro ricostruito dai carabinieri della sezione di Pg della Procura diVenezia e che a quanto pare è finito in un cassetto. Una compravendita sulla quale a Venezia si è indagato per concussione e a Roma per truffa con al centro sempre il dottor Gian Michele Gambato e GrandiStazioni, principali protagonisti dell’affare che ha visto la Regione sborsare settanta milioni di euro per acquistare da Grandi Stazioni il palazzo di fondamenta Santa Lucia 23. Una affare che si consuma tra il 2001 e il 2007. Gli investigatori mettono il naso sull’affare quando nel 2008 arriva loro la voce che Gian Michele Gambato ha incassato una cifra notevole riguardo al palazzo “ex Compartimentale”. Gambato è presidente della “Sistemi Territoriali”, società della Regione. Il denaro, secondo quanto viene ricostruito, Gambato lo ha intascato mediante due consulenze fittizie, una risalente al 2001, per la locazione in affitto a favore della Regione del palazzo, di proprietà di “Grandi Stazioni”, la seconda risalente al 2007, per la vendita dello stabile alla Regione. Gambato gestisce l’affare attraverso una società che crea ad hoc con la moglie, la “Emmegi Consulting” alla quale la “Grandi Stazioni” avrebbe liquidato le due fatture di lire 528.000.000 (2001) ed euro 1.357.000 (2007). In tasca a Gambato resta un milione e quattrocentomila euro. Fatti che hanno dell’inverosimile trattandosi di denaro pubblico, di dipendenti di società a controllo pubblico e di soldi che entrano ed escono dalle casse con ben pochi crismi di legalità. A gennaio del 2001 Massimo Caputi, ad di Grandi Stazioni e amico di Gambato, incarica la Emnmegi Consulting di trovare qualcuno a cui affittare il palazzo. Guarda caso la società viene registra una settimana dopo. In sostanza non era ancora nata quando viene incaricata dell’affare. Alla società di Gambato e della moglie stando all’accordo va il 2.5 per cento del canone annuo. A fine ottobre arriva la stipula del contratto d’affitto e un mese dopo nelle casse di Emmegi Consulting arrivano i soldi. Dalla successiva fatturazione si scopre che la percentuale sul canone, che intasca Gambato è del 5.5 per cento non più del 2.5. Nessun documento contabile o di accordo trovato da Gambato spiega la lievitazione.
Tra le altre cose la percentuale viene applicata su un canone superiore a quello concordato. A fine agosto del 2003 Gambato scrive a “Grandi Stazioni” e propone la vendita del palazzo alla Regione. Circa un anno dopo “Grandi Stazioni” risponde con una lettera nella quale viene specificato che l’affare si può fare e che alla “Emmegi Consulting” sarebbe spettato il 2.5 per cento del valore della cessione, sempre che questa non fosse inferiore a 63 milioni di euro. Tutto procede e inizia la trattativa. La Regione è rappresentata dall’avvocato Biagini. Le due parti si accordano che sia l’ingegnere Tommasini a valutare lo stabile. Tommasini viene pagato in parti uguali da Regione e “Grandi Stazioni”. Quest’ultima sborsa oltre 175mila euro. Il 29 maggio dell’anno dopo “Emmegi Consulting” comunica alla “Grandi Stazioni” che la Giunta Regionale ha deliberato l’acquisto del palazzo e che il Demanio valuta congruo il valore di 69 milioni e mezzo di euro, del palazzo. Il 30 gennaio “Emmegi” comunica a Grandi Stazioni l'approvazione da parte del Consiglio Regionale del Veneto del provvedimento di legge relativo all'acquisto dell'immobile. Stranamente la lettera è antecedente alla legge regionale che autorizza l’acquisizione dell’immobile. Nel contratto preliminare di vendita tra la Regione e Grandi Stazioni le parti hanno dichiarato che «nessuna mediazione è intervenuta tra le medesime». Eppure Gambato alla fine della giostra porta a casa per questa intermediazione oltre un milione di euro. Ma nemmemo il notaio che presiede alla stipula del contratto verifica questo, nonostante la legge lo preveda. La fattura a “Emmegi” viene pagata il 17 aprile 2007 da “Grandi Stazioni”, senza che venga interessato il CdA. Firma direttamente Caputi che non lo può fare visto l’importo. Anche la Giunta Regionale guidata da Giancarlo Galan dichiara in una delibera inerente alla compravendita che non c’è stata mediazione. Gambato prende i soldi e parecchi, ma non compare in nessun atto ufficiale.
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