Palais Lumière, pronti due biglietti aerei: «Orsoni e Zaia andate a Parigi»

Il comitato: «Vadano da Cardin a fargli cambiare idea, altrimenti andiamo noi». Confermato l’incontro di oggi in Regione tra Vernizzi e il progettista
Conferenza stampa del comitato SìAmo Palais Lumiere in piazza Ferretto in seguito alla dichiarazione di Pierre Cardin che rinuncia alla costruzione della torre
Conferenza stampa del comitato SìAmo Palais Lumiere in piazza Ferretto in seguito alla dichiarazione di Pierre Cardin che rinuncia alla costruzione della torre

VENEZIA. Due biglietti aerei, formato maxi ma classe economica, per il sindaco Giorgio Orsoni e il presidente della Regione Luca Zaia: «Se veramente tenete al progetto andate a Parigi a parlare con Cardin e fategli cambiare idea, il biglietto ve lo paghiamo noi». È questa la provocazione che il comitato Sìamo Palais Lumière ha presentato ieri in piazza Ferretto, davanti a una cinquantina di persone tra le quali anche alcuni consiglieri comunali come Valerio Lastrucci (gruppo misto) e Simone Venturini (Udc). Perché una cosa è certa: «Noi non ci arrendiamo», dice Alvise Ferialdi, uno dei promotori del comitato che in questi mesi ha lavorato per sostenere e promuovere il progetto al quale, venerdì scorso, Cardin e il nipote Rodrigo Basilicati, a capo della società Concept Creatif hanno annunciato di voler rinunciare. «Hanno vinto le lobby romane da quattro soldi di chi ha la seconda casa a Venezia, chi si appella ai vincoli paesaggistici, ma non dice nulla quando in città apre l’ennesimo negozio che spaccia per vetro di Murano paccottiglia cinese. Le decisioni devono spettare a chi la città la vive tutti i giorni» aggiunge Emanuele Dal Carlo, del comitato.

Un gruppo che si sta muovendo su più fronti: con la provocazione dei biglietti aerei, ma anche con una lunga lettera inviata allo stilista, nella quale gli viene chiesto di ripensarci: «Le chiediamo di non mollare, di dare un’altra possibilità a Venezia. Un’altra possibilità nonostante i vili attacchi per mano di pochi». I promotori del comitato invitano Cardin a fare un «gesto folle» anche se questo vuol dire tornare sui suoi passi e sono convinti che non ci siano - come sospetta qualcuno - problemi relativi alla difficoltà economica, da parte di Cardin, a realizzare un intervento da 2 miliardi di euro, più 400 milioni destinati ad opere pubbliche (parcheggi, piscina, linea del tram) per il quale era necessario un importante sostegno delle banche.

«L’ipotesi del vincolo ambientale arrivata da Roma è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso» aggiunge per il comitato Nicola Eremita. E nell’attesa che Comune e Regione battano un colpo, quelli del comitato sono pronti ad organizzare un pulmino per andare sotto la torre Eiffel, bussare alla casa dello stilista, e chiedergli di tornare a Venezia. E intanto è confermata per questa mattina in Regione l’incontro in programma da tempo tra Silvano Vernizzi, presidente delle due commissioni regionali per la valutazione dell’impatto ambientale e Guido Zanovello, l’ingegnere dello studio Altieri che con Basilicati ha progetto la torre. Se servirà ad aprire uno spiraglio, è tutto da capire.

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