Palais Lumière: il Comune perde 40 milioni dalla rinuncia di Cardin
VENEZIA. Il no di Pierre Cardin, con la rinuncia al progetto ambizioso del Palais Lumière, a Marghera, si abbatte sulla città di Venezia con una ondata di polemiche e discussioni e si porta dietro contraccolpi sul bilancio di Ca’ Farsetti che impensieriscono la giunta di Giorgio Orsoni. Quaranta milioni era l’ipotesi di introito dalla vendita delle aree del Comune alla società di Cardin, terreni utili a garantire il 51 per cento del controllo delle aree destinate al progetto da un paio di miliardi di euro. Ventidue milioni sono stati inseriti nel bilancio 2013, altri 18 milioni sono stati indicati per l’annualità 2014. «Ora bisogna reinventarci delle entrate per garantire il bilancio. Quella somma di 22 milioni di euro è già stata iscritta a bilancio e dovremo trovare come sostituirla», ammette il vicesindaco Sandro Simionato.
«Ho già sollecitato una verifica urgentissima sulle alienazioni da parte dell’ufficio Patrimonio. Ne riparliamo da domani, visto che l’annuncio del dietrofront è arrivato venerdì, ad uffici comunali già chiusi. Senz’altro anche i revisori ci chiederanno conto su questa situazione che ricorda quella del dicembre 2012 ma questa volta almeno abbiamo ancora davanti sei mesi di tempo. Si tratta di cifre impegnative e la preoccupazione c’è ma stiamo lavorando assieme al sindaco per trovare delle entrate alternative», spiega Simionato. Ca’ Farsetti per la seconda volta si ritrova con un bilancio dai conti che saltano a causa della mancata vendita a Cardin. Era già successo, con polemiche decise da parte del sindaco, lo scorso dicembre quando la mancata vendita ha rischiato di pregiudicare il rispetto del Patto di stabilità per il bilancio 2012.
Ora per il 2013, si è di nuovo punto a capo. Con terreni, 3,5 ettari a Marghera, inseriti nel piano delle alienazioni e pronti per essere ceduti. La trattativa si è arenata all’improvviso, con l’annuncio di Rodrigo Basilicati di non realizzare più il mega progetto a Marghera, dopo trattative, ammette Simionato, «che erano riprese e che nei giorni scorsi parevano praticamente chiuse». Il vicesindaco non nasconde il disappunto: «Avrei preferito non un annuncio da Parigi ma che Basilicati venisse direttamente dal sindaco, a Venezia, a spiegare cosa è successo. Anche perché l’amministrazione comunale ha avuto un atteggiamento di interesse. Siamo andati a vedere se davvero era credibile».
Sui terreni, De Nardi precisa: «Abbiamo una disponibilità del 51% delle aree che scade il 30 giugno 2013. Alcuni di essi hanno dato la disponibilità ulteriore, ma a fronte di un ulteriore esborso a fondo perduto di non poco conto». Tante le reazioni. «Zaia e Orsoni chiedano al governo nazionale un incontro urgentissimo, si rechino immediatamente a Parigi con i ministri dello sviluppo e della cultura e cerchino di convincere Cardin a crederci ancora» dice l’Udc. E il Pdl attacca Orsoni. «Un altro progetto che si ferma. Per favore, niente scarico di colpe su Roma. Venezia si assuma le sue responsabilità».
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