Pala Expo, Mattiazzo se ne va. I libri contabili in Tribunale

L’amministratore delegato di Expo Venice cerca così di evitare la bancarotta, mentre Ronsisvalle è fuori gioco. Dopo l’assemblea di Veneto Banca le chiavi sono state restituite ai proprietari
L'esterno dell'Expo Venice
L'esterno dell'Expo Venice

MESTRE. Venerdì, dopo la concitata assemblea dei soci di Veneto Banca, le chiavi del padiglione di 10 mila metri quadrati del Pala Expo di Marghera - costruito da Condotte Immobiliare - sotto sfratto esecutivo, vengono riconsegnate al Venice Waterfront Found, il proprietario che fa capo alla Finint sgr di Enrico Marchi e Andrea De Vido.

Con la riconsegna delle chiavi del padiglione al legittimo proprietario, esce di scena Giuseppe Mattiazzo, amministratore delegato di Expo Venice spa, la società che l’anno scorso l’aveva affittato per un periodo di 12 anni con l’intenzione di organizzare eventi e fiere.

BACCARIN - CONFERENZA FIERA. GIUSEPPE MATTIAZZO
BACCARIN - CONFERENZA FIERA. GIUSEPPE MATTIAZZO

Si appresta a portare i libri contabili in tribunale per evitare - dato il profondo rosso in bilancio con tanto di affitti, bollette e stipendi non pagati ai 22 dipendenti - la bancarotta fraudolenta.

Mattiazzo esce così di scena, malgrado il tentativo di salvataggio della sua società messo in atto insieme a Umberto Ronsisvalle, l’imprenditore padovano inseguito dalle ingiunzioni dei creditori italiani e di mezza Europa, che un mese fa ha fondato la società Venezia 4.0 e firmato un contratto d’affitto di ramo d’azienda con Mattiazzo e avviato una trattativa con i proprietari del Pala Expo per rilevarne la gestione. Trattativa che però non ha avuto seguito a causa, a quanto si è potuto accertare, delle insufficienti garanzie economiche e gestionali fornite da Ronsisvalle.

Quest’ultimo ieri, dopo le dimissioni date, appena due settimane dopo la nomina, dal consulente Michele Cardillo ha annunciato la nomina di Davide Rampello a presidente di Venezia 4.0 e l’entrata nel consiglio di amministrazione di Piero Galli (che risulta avere alle spalle una condanna per bancarotta fraudolenta, come scriveva il settimanale L’Espresso) mentre Umberto Ronsisvalle sarà l’amministratore delegato. Venezia 4.0 - sottolinea la nota stampa di Ronsisvalle - fa parte del gruppo Compagnia di Venezia e Murano. L’attivismo di Ronsisvalle sembra però non convincere i proprietari del Pala Expo che stanno, invece, trattando con altre società come Live Italia, un fondo di investimento e un consorzio fieristico. A mettere fuori gioco dal Pala Expo Ronsisvalle è la lista sempre più lunga di creditori che lo cercano per recuperare debiti non saldati e ingiunzioni di pagamento. A Padova, Umberto Ronsisvalle ha lasciato un arretrato da pagare di quasi 80 mila euro relativo a tre appartamenti di sua proprietà diretta e della sua 3 R srl in liquidazione. Ronsisvalle vanta anche altre proprietà immobiliari a Padova, da lui valutate per più di 8 milioni di euro che però sono stati dimezzati dai consulenti del tribunale di Padova. La sua 3 R srl ha una procedura esecutiva davanti al tribunale di Vicenza - per la messa all'asta di una sontuosa villa di sua proprietà a Roana in provincia di Vicenza - intentata dai condomini padovani costretti a farsi carico di quanto non ha pagato Ronsisvalle.

Attraverso 3 R srl, Umberto Ronsisvalle aveva acquistato anche il castello della Commanderie a Farges-Alichamps in Francia, poi messo all’asta. Come se non bastasse, Umberto Ronsisvalle è inseguito anche dai legali della prestigiosa agenzia Elvinger Hoss Prussen del Lussemburgo, che sta cercando di recuperare 3 milioni di crediti per conto di ex soci che l’hanno abbandonato. Nemmeno a Venezia Ronsisvalle è riuscito a concludere le sue operazioni di diventare socio di Acqua di Venezia e di rilevare lo storico marchio del vetro di Murano “Pauly” da dove aveva iniziato la scalata attraverso Pauly Real Estate, l’immobiliare che detiene all’89% la proprietà del marchio.

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