«Paghiamo la Tari 12 volte più di Jesolo»

Sottomarina. Gli stabilimenti balneari: i costi sono insostenibili, non siamo evasori come ci accusa il Comune
SOTTOMARINA. «Gli stabilimenti balneari di Sottomarina pagano una tassa rifiuti (Tari) 12 volte più alta di quella di Jesolo». Gli operatori di Gebis, Cisa Camping, Gruppo Turismo non ci stanno a farsi etichettare come evasori dall’amministrazione comunale, che ha annunciato misure drastiche di contrasto per chi non paga la Tari, e snocciolano dati e comparazioni su tutto quello “che non va” nel regolamento sulla tassa rifiuti di Chioggia.


Gli operatori sostengono che la tassa sia iniqua, sproporzionata, non in linea con le normative statali e dal 2015 addirittura insostenibile. Le bollette sono progressivamente lievitate arrivando negli ultimi anni quasi a raddoppiare.


«Abbiamo contestato la tassa dal 2003, quando si chiamava ancora Tia», spiega Fabrizio Boscolo Nale, presidente di Gebis, «abbiamo sempre sostenuto che il regolamento andasse corretto e che ci fossero anomalie nell’applicazione, ma ci siamo fidati delle promesse. Ci venne detto che era una sperimentazione e che in corso d’opera, dopo aver scovato le sacche di evasione, sarebbe stata corretta. Per 10 anni abbiamo pagato, a volte anche chiedendo finanziamenti alle banche o rateizzazioni, ma dal 2015 per molti è diventata un peso insostenibile. Ci siamo rivolti a un altro ente gestore e abbiamo smesso di pagare le bollette di Veritas».


Le bollette attuali, e le ingiunzioni di pagamento per quanto non versato nelle annualità 2015, 2016 e 2017, sono comunque continuate ad arrivare. Nel frattempo alcuni operatori hanno anche promosso ricorsi alla Commissione tributaria provinciale e al Tar. «Non siamo evasori e non vogliamo che passi l’idea che a causa nostra c’è un buco di 3,1 milioni di euro per il 2016», spiega Leonardo Ranieri di Gruppo Turismo, «ci sono imprenditori di altre categorie che hanno smesso di pagare e tante famiglie. Noi ci stiamo servendo di un altro ente gestore e non dobbiamo nulla a Veritas per la quota variabile (legata alla raccolta dei rifiuti prodotti). Da noi l’aliquota è di 3,49 euro al metro in prima fascia, a Jesolo 0,27, 12 volte più bassa. Qualcuno dice che dovremmo almeno pagare la quota fissa, ma noi contestiamo anche le modalità con cui è stata determinata la quota fissa, salita negli ultimi anni al 65% arrivando a un peso insostenibile. Su una bolletta di 60.000 euro l’anno di Tari per uno stabilimento medio si calcoli quanto sarebbe la parte fissa, un assurdo». Gli operatori contestatori sono comunque decisi ad andare avanti con la battaglia legale. «Il sindaco parla di conti correnti bloccati», spiega Nale, «ma senza l’ingiunzione di un giudice nessuno può bloccare un conto. Abbiamo già diffidato le banche da qualsiasi blocco». «Ci spieghino poi», aggiunge Luciano Serafini, presidente di Cisa Camping, «perché stanno tentando di bloccare i conti solo ad alcuni operatori, malgrado la quasi totalità abbia smesso di pagare. Ci spieghino anche come mai dopo un anno di incontri con l’assessore al Bilancio Stecco, con cui avevamo trovato un accordo per chiudere i contenziosi, il sindaco abbia deciso di uscire a gamba tesa».


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia