«Paghi chi non ha fatto manutenzione»

Mirano. L’incidente in cui due giovani di 21 e 22 anni morirono infilzati dal guardrail: parla il padre di Edoardo Ascione
MIRANO. «Chi doveva fare manutenzione al guardrail e non l’ha fatto, ora paghi». Chiede giustizia Angelantonio Ascione, papà di Edoardo, l’indomani dell’udienza preliminare del procedimento per omicidio colposo per la morte del figlio ventunenne di Fossò e dell’amica Linda Giorio, 22 anni, di Vetrego. Tra pochi giorni sarà trascorso un anno da quella tragica alba del 10 agosto in cui i due giovani persero la vita nella Lancia Y bianca trafitta dal guardrail, sulla Triestina a Portegrandi. A guidare l’auto Giorgia Favaretto, 22 anni di Mirano, che venerdì ha patteggiato un anno e 8 mesi, pena dimezzata dopo che il giudice per l’udienza preliminare ha riconosciuto come concausa del sinistro un’anomalia del guardrail: è stata infatti molto probabilmente la barriera metallica, risultata non imbullonata correttamente, a uccidere i due giovani seduti sul lato di destra, come anticipato a suo tempo da un’inchiesta de
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, analizzando le immagini di Google Street View, che mostravano una vistosa anomalia del guardrail fotografato due mesi prima dell’incidente, proprio nel punto in cui l’auto con i quattro giovani a bordo è andata ad impattare. Adesso il papà di Edoardo chiede giustizia: «Sapere che Linda e mio figlio si sarebbero potuti salvare se quel guardrail fosse stato a norma fa ancora più rabbia», spiega Angelantonio, «ora che è stata riconosciuta la corresponsabilità dell’ente gestore della strada, i responsabili devono pagare penalmente».


La famiglia di Edoardo si era affidata allo Studio 3A di Mestre per valutare le responsabilità del sinistro. La società aveva subito acquisito tutte le foto del luogo dell’incidente, anche quelle di Street View pubblicate dal nostro giornale, incaricando l’esperto Pierluigi Zamuner di ricostruire la dinamica dell’incidente. Grazie all’esame della Lancia Y, che riportava ancora incastrato il pezzo di barriera che l’ha infilzata, il perito ha accertato come, nel tratto curvilineo di guardrail, gli elementi non fossero raccordati correttamente. L’avvocato della famiglia Ascione aveva dunque chiesto una perizia della Procura, per accertare lo stato antecedente dei luoghi e le modalità di montaggio e manutenzione della barriera. Richiesta accolta dal magistrato, che ha incaricato a sua volta un consulente tecnico, l’ingegner Mario Piacenti, giunto poi alle stesse conclusioni. «Oggi sappiamo con certezza che le cose sarebbero potute andare diversamente e che i nostri ragazzi sarebbero potuti essere ancora qui con noi se quel guardrail fosse stato a norma», lamenta Angelantonio Ascione, ribadendo di non serbare alcun rancore verso Giorgia che era al volante: «Lei», precisa, «ha avuto un colpo di sonno, come può capitare a tutti: quella macchina poteva essere guidata anche da mio figlio. Quello che però non posso accettare è che due ragazzi poco più che ventenni abbiano perso la vita per la grave responsabilità di chi non ha gestito come doveva una pubblica strada».


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