Padri separati in povertà 200 casi senza speranza

In Riviera e Miranese almeno dieci costretti a vivere in auto e a contrarre debiti. Appello di Corò: «I Comuni prevedano mini-alloggi». Livieri: «Non ci sono soldi»

DOLO. Padri separati e ridotti in miseria: è emergenza in Riviera del Brenta e Miranese. I casi stimati e segnalati agli enti locali sono già 200 e sono in rapido aumento. Una conseguenza è l’aumento delle madri separate in situazione di povertà visto che molti ex mariti hanno perso anche il lavoro e non riescono più a pagare un assegno di mantenimento.

A sollevare la questione è Luigi Corò del Comitato San Marco difesa del cittadino. Il vicepresidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13, Fabio Livieri, conferma il problema.

«I casi di padri separati ridotti in miseria nei 17 comuni della Riviera e del Miranese che seguiamo sono oltre una cinquantina», spiega Corò, «persone che prima della separazione facevano una vita dignitosa e che dopo la separazione sono finite nel gorgo dell’indigenza assoluta. Ci sono anche una decina di padri che dormono o che negli ultimi due anni sono stati costretti a dormire in auto perché senza soldi per l’alloggio. Devono pagare il mutuo della casa intestata a loro che resta alla moglie perché a lei nella stragrande parte dei casi vengono affidati i figli dai tribunali in caso di separazione. I Comuni più colpiti da queste nuove povertà sono quelli di Mira, Dolo, Spinea Martellago e Mirano. Purtroppo queste persone che hanno un grande orgoglio e senso di dignità si rivolgono in pochi casi ai servizi sociali dei Comuni, ci arrivano solo quando sono alla disperazione».

Proprio qualche giorno fa a Dolo il Comitato San Marco ha portato all’attenzione il caso di un padre separato di tre figli costretto ad uscire di casa dal suo minialloggio perché ha accumulato 2600 euro di morosità. Con 1200 euro di lavoro da operaio deve pagare il mutuo di 250 euro della casa dove viveva e da cui è dovuto uscire, deve versare 500 euro di mantenimento alla moglie e ai figli e deve pagare l’affitto del miniappartamento. Di fatto impossibile. Da qui un appello. «Chiediamo», spiega Corò, «che i comuni mettano a disposizione per questi padri alla disperazione dei mini alloggi».

Il vicepresidente della Conferenza dei sindaci, e sindaco di Campagna Lupia, Fabio Livieri ammette l’emergenza: «Come Comuni stimiamo che nella nostra area ci siano circa 200 casi di questo genere. Purtroppo gli enti locali non hanno fondi per poter far fronte a questa emergenza. Anche se in misura minore ci sono i casi di madri separate con figli alla disperazione. Sono senza lavoro e il marito che l’ha perso non è più in grado di passare loro l’assegno di mantenimento stabilito dai tribunali».

 

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