Padre separato chiede aiuto «Voglio vedere mia figlia»

CONCORDIA. Chiede aiuto perché sia rispettato il parere del giudice. Lui è un padre separato. Marito e moglie si lasciano ancora nel 2016; un accordo stipulato tra i legali include però anche la...
CONCORDIA. Chiede aiuto perché sia rispettato il parere del giudice. Lui è un padre separato. Marito e moglie si lasciano ancora nel 2016; un accordo stipulato tra i legali include però anche la possibilità per l’uomo di vedere i suoi figli e di seguire un percorso psicologico, ma non vede né i figli e non viene chiamato, se non una volta sola in tutto, dal consultorio interessato. Disperato si è rivolto a un avvocato del veneziano. Protagonista di questa brutta storia, che assomiglia a tantissime altre in Italia che riguardano padri separati, è un dirigente d’azienda che lavora vicino Padova, e che abita nella Città metropolitana di Venezia e della sua battaglia di poter vedere la figlia di appena 13 anni (il figlio maggiore invece è maggiorenne).


«Di punto in bianco e senza un motivo plausibile mia moglie mi ha cacciato di casa e ha intentato la causa di separazione senza dirmi nulla», ha riferito l’uomo, «lei ha cominciato a vessarmi con svariate denunce, ma è stato accertato che non ho commesso alcun episodio di violenza». Dopo le querele finite nel dimenticatoio il giudice di Pordenone impone alle parti di trovare un accordo. Cosa che avviene. Sembra la strada giusta per poter rivedere finalmente i figli, soprattutto la ragazzina di 13 anni, visto che l’accordo prevede l’affidamento congiunto. Il consultorio familiare lo chiama una sola volta e lui intanto non vede la figlia da 13 mesi.


«Il percorso psicologico va fatto da tutte le parti in causa; io non sono mai stato contattato se non una volta. Gli accordi sono disattesi; prevedono anche l’affidamento congiunto dei figli e questo», conclude, « non sta avvenendo». Le perizie psichiatriche hanno stabilito che il padre è un soggetto normale. La dirigente del consultorio risponde invece sostenendo che «il caso continua a essere seguito. Il padre ha dei grossi problemi. Noi nutrivamo forti dubbi sul fatto che l’accordo potesse essere rispettato. Noi tuteliamo sempre le persone più fragili».


Rosario Padovano


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia