Pacco sospetto, chiuse Piazza e Basilica

Scatola con dei fili abbandonata per simulare un attentato: un 54enne della Giudecca denunciato per procurato allarme
Di Carlo Mion ; di Carlo Mion

Simula un attentato alla Basilica di San Marco. Bloccato viene denunciato dalla polizia per procurato allarme. Nei guai un 54enne della Giudecca con problemi psichici. Durante le operazioni di verifica del pacco che l’uomo aveva lasciato all’entrata, la Basilica è stata chiusa e una parte della piazza evacuata. Sono stati attimi di tensione con l’intervento degli artificieri.

Poco dopo le 15 di ieri la vigilanza della Basilica di San Marco ha notato un uomo che si era avvicinato alla Chiesa tenendo in mano una scatola che poi ha legato con fili elettrici che uscivano dalla stessa, alla piccola ringhiera prospiciente all’ingresso. Quindi è entrato a San Marco, immediatamente gli uomini della vigilanza lo hanno seguito mentre veniva chiamata la polizia.

È scattato il piano d’intervento previsto nel caso di attentati terroristici. Sul posto sono arrivati gli artificieri mentre l’uomo sospetto veniva bloccato dagli agenti in servizio in piazza. Si tratta di poliziotti del commissariato affiancati dagli agenti in prova e assegnati in base ai nuovi trasferimenti del ministero dell’Interno alla Questura di Venezia.

La zona è stata messa in sicurezza. L’uomo, dopo la perquisizione e l’identificazione, è stato portato all’esterno della Basilica. Fin da subito ha detto che si trattava di uno scherzo e che nella scatola non c’era nessun ordigno. Prima di aprirlo, però, come previsto dal protocollo d’intervento e una volta allontanate le persone, hanno verificato con strumenti particolari che nella scatola non ci fosse esplosivo.

Una volta accertato che non vi fosse nessuna sostanza esplosiva ad aprire la scatola è stato lo stesso uomo che l’aveva portata. Dentro c’era un pacchetto di sale iodato. Esternamente la scatola aveva due fili elettrici che uscivano dal coperchio ed erano collegati tra loro da una molletta in ferro a simulare l’innesco. Con altri fili elettrici l’uomo aveva fissato alla ringhiera la scatola. All’apparenza il tutto era simile a un ordigno rudimentale.

A quel punto è finita l’emergenza e quindi Basilica e piazza venivano completamente riaperte al pubblico. Gli agenti della polizia scientifica hanno sequestrato il finto ordigno, mentre il 54enne portato al commissariato San Marco in fondamenta San Lorenzo.

Qui gli agenti hanno cercato di capire il motivo del gesto. Lui ha risposto di averlo visto fare in televisione e quindi ha provato anche lui. Verificato che l’uomo è in cura in una struttura sanitaria per persone con problemi di salute mentale, lo hanno rilasciato con la denuncia per procurato allarme.

Non è la prima volta che la Basilica viene presa di mira da balordi o squilibrati. Esattamente tredici anni fa, il 4 giugno, un altro episodio simile a quello di ieri. Per un'ora la Basilica di San Marco rimase in balìa di un folle che si dichiarava terrorista. Imbottito di fili elettrici senza innesco e finiti candelotti di dinamite, aveva gettato un pacchetto in aria verso i “matronei”: sembrava un razzo, ma si era poi rivelato essere un pacchetto di sigari. Panico fra i turisti, piazza transennata, accorrere di forze dell'ordine.

Intanto lo squilibrato, un senegalese di 25 anni, tentava di fuggire inseguito da un turista americano. Era stato proprio quest’ultimo a fermarlo. Al finanziere che lo aveva poi bloccato aveva detto: «L'ho fatto per il capo di Al Qaida». Con il suo gesto plateale, ma per fortuna innocuo, aveva scatenato un pandemonio: Basilica e Campanile evacuati, metà Piazza e Piazzetta chiuse al transito, decine di carabinieri, poliziotti, vigili, uomini dei Ros e della Digos con la pelle sollevata, pompieri e artificieri mobilitati, centinaia di turisti con il fiato sospeso. Accusato di procurato allarme era stato ricoverato in ospedale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia