Ovovia, futuro a rischio «Decida la Corte dei Conti»
L’ovovia del ponte di Calatrava nelle mani della Corte dei Conti. Il Comune avrebbe tutta l’intenzione di smantellare il dispositivo per il passaggio dei disabili agganciato al ponte della Costituzione che di fatto non ha mai funzionato regolarmente e che è ferma ormai da tempo, ma teme il giudizio della magistratura contabile veneziana che ha già aperto un’inchiesta sui costi e il malfunzionamento dell’ovovia e ha chiesto in proposito una relazione alla Guardia di Finanza.
Per questo, prima di prendere qualsiasi decisione, Ca’ Farsetti vuole una sorta di “placet” da parte della Corte dei Conti per non trovarsi poi vittima di un’eventuale condanna per danno erariale. L’ha chiarito ieri, con qualche imbarazzo, l’assessore comunale ai Lavori Pubblici Francesca Zaccariotto, a margine dell’inaugurazione del nuovo servoscala del Ponte delle Vele, di cui riferiamo a parte.
«Abbiamo aperto un dialogo con la Corte dei Conti», ha spiegato Zaccariotto, «proprio per prendere in merito all’utilizzo dell’ovovia una soluzione condivisa. Per questo i nostri tecnici hanno predisposto una relazione tecnica con diverse soluzioni possibili, che sottoporremo ora alla Corte dei Conti. C’è la possibilità dello smantellamento, ma c’è anche quella, ad esempio, che l’ovovia venga rimessa in funzione, cercando di eliminare quei problemi tecnici che finora hanno sempre impedito un suo uso regolare. Ma, visto che già ad oggi il dispositivo trainante per i disabili è costato oltre due milioni di euro, non vogliamo prendere decisioni che si configurino come spese ingiustificate, e per questo chiediamo il giudizio preventivo della Corte dei Conti sulle possibili soluzioni da adottare».
La Procura della Corte dei Conti, però, avrebbe già fatto sapere informalmente che non è possibile una sua valutazione preventiva su scelte che competono esclusivamente all’amministrazione comunale. La situazione dell’ovovia, perciò, resta delicata, perché ogni passo compiuto dal Comune rischia, in questo contesto, di risultare sbagliato.
Sono due i problemi principali che, secondo i tecnici, minano il funzionamento l’ovovia. Il primo riguarda il fatto che il dispositivo ha un funzionamento elettrico, a batterie ricaricabili, da riattivare ogni otto ore di uso. Ma l'ovovia a batterie comporta problemi enormi proprio per la precarietà della sua durata e il dispositivo andrebbe perciò allacciato alla rete di illuminazione pubblica. Ma il problema maggiore dal punto di vista tecnico riguarda il collegamento della cremagliera su cui scorre come su un binario l'ovovia e che va poi ad agganciarsi a un perno rigido verticale agganciato alla struttura. Mentre però la rete a cremagliera è elastica, il perno, solidamente collegato a pali di cemento, è molto rigido. La tolleranza per il funzionamento del meccanismo è minima, solo due millimetri. Basta perciò solo una leggera variazione delle condizioni atmosferiche - sole, pioggia, variazione del tasso di umidità - perché il limite dei due millimetri venga superato e il meccanismo dell'ovovia si blocchi.
Si tratta di limiti di legge molto rigidi per la tolleranza, ma che non si possono applicare, evidentemente, a un habitat particolarmente delicato come quello veneziano. Intervenire su questi due problemi - senza avere, però, la certezza assoluta che in questo modo tutti i problemi di funzionamento dell’ovovia sarebbero definitivamente risolti - avrebbe comunque per il Comune un nuovo costo non indifferente. L’altra possibilità è appunto lo smantellamento definitivo dell’ovovia.
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