Our war, la guerra e l'impegno raccontati dai protagonisti

LIDO. La lotta, il mito, la paura, vita e morte. Ce n'è in abbondanza per un film e per un flash mob. Così Karim Franceschi, Joshua Bell e Rafael Kardari, i tre "foreign fighters" inpegnati a fianco delle milizie curde per sconfiggere le nere schiere dell'Isis sono arrivati al Lido per presentare "Our war", il film di Bruno Chiaravallotti, Claudio Jampaglia e Benedetta Argentieri.
Lavoro complesso e bello, crudo ma emozionante quello cinematografico.
Lavoro politico e di guerra, di guerriglia e di rischiare in prima persona quello dei tre protagonisti che interpretano se stessi nella vita e nei combattimenti di ogni giorno, sapendo che in caso di cattura non avranno alcuno scampo.
E come ogni organizzazione di guerriglia la propaganda e l'azione mediatica è imnportante quanto se non di più delle pallottole. Così, assieme ai centri sociali veneziani, protagonisti e registi hanno organizzato un flash mob, contro l'Isis e contro la Turchia che con l'Isis sembra avere i suoi affari e che sfrutta l'impegno delle organizzazioni curde contro il califfato istlamico per attaccarli alle spalle. "Erdogan assassino" e "Erdogan terrorista" sono le frasi formate con le lettere portate dai partecipanti al flash mob sul red carpet.
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