Otto fedeli derubati in viaggio a Lourdes, tra le vittime don Cesco

L’esorcista è stato parroco nel Portogruarese per anni. Gli hanno preso la carta di credito e speso oltre mille euro  
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - DON PIETRO CESCO
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - DON PIETRO CESCO

CONCORDIA. Otto fedeli della diocesi di Concordia Pordenone, rientrati in Italia sabato sera, sono stati derubati durante il loro pellegrinaggio a Lourdes. Tra le vittime c’è un’illustre vecchia conoscenza del Portogruarese, don Pietro Cesco. Da pochi mesi è andato in pensione, dopo aver superato brillantemente alcuni importanti problemi di salute, a Spilimbergo, dove continua a svolgere le funzioni di esorcista per conto della Curia concordiese.

Don Cesco, per oltre un ventennio, è stato prima parroco nella cattedrale più importante del territorio diocesano, quella dedicata ai Martiri di Concordia, e poi parroco a Sant’Andrea, il duomo di Portogruaro.

Il bottino dei ladri è stato ricco. Il sacerdote, originario di Fiume Veneto, ha subìto un drastico alleggerimento. Impossessatisi della sua carta di credito durate una processione, i banditi hanno compiuto prelievi per almeno mille euro in poche ore. Meno abbondante il bottino dei furti compiuti ai danni degli altri fedeli. Immediata la denuncia alla gendarmeria francese che sta conducendo le indagini.

In passato don Cesco era stato da qualcuno un po’ criticato per la gestione economica delle casse parrocchiali. Congedandosi da Portogruaro lo scorso inverno, aveva augurato ogni bene alla città, facendo comunque presente che all’orizzonte poteva profilarsi “un periodo oscuro”.

Don Cesco, con quella battuta, si riferiva al braccio di ferro intercorso tra Comune e parrocchia dal 2016 sulla proprietà della Torre campanaria e su chi dovesse accollarsi l’onere del restauro. Attraverso molti documenti venne fatta passare come proprietà comunale, mentre per la giunta Senatore, in base anche al Concordato del 1984, apparterebbe alla Chiesa.

La diatriba, tuttavia, non ha scalfito il rapporto di grande collaborazione tra l’amministrazione e la Curia che comunque garantisce migliaia di euro per il monitoraggio della stessa Torre. «Preghiamo per chi ci ha depredato», ha evidenziato ieri don Bernardino Dal Col, assistente spirituale dei 400 pellegrini della diocesi concordiese, «questi ladri devono ravvedersi». —


 

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