Ottagono di Ca’ Roman, spunta l’interesse di Chioggia

il casoChioggia corteggia Venezia, in particolare l’Ottagono di Pellestrina, noto come Caroman (o Ca’ Roman). Se il secondo bando indetto dal Demanio per la concessione del forte del 1400 andasse...

il caso

Chioggia corteggia Venezia, in particolare l’Ottagono di Pellestrina, noto come Caroman (o Ca’ Roman).

Se il secondo bando indetto dal Demanio per la concessione del forte del 1400 andasse deserto, Chioggia sarebbe pronta a presentare un piano B, già in linea generale abbozzato. Essendo il bene inserito nell’omonima oasi, caratterizzata da dune e specie rare, Chioggia vorrebbe che l’Ottagono diventasse un centro visite e una base logistica della Riserva naturale di Caroman.

La proposta potrebbe rientrare nel Progetto speciale del Piano Regolatore del comune di Chioggia che prevede la costituzione di un Parco delle fortificazioni del Porto di Chioggia. Il documento si trova nella sezione Contributi del sito web del Consorzio Venezia Nuova (www.mosevenezia.eu), insieme a una cinquantina di altre proposte, inviate nell’ambito degli incontri sull’Inserimento paesaggistico e ambientale delle opere alle Bocche di Porto.

Gli appuntamenti, partiti il 30 maggio con un dibattito al Thetis Auditorium, avevano l’obiettivo di raccogliere da associazioni o enti proposte sulle quattro Bocche di Porto. «I soldi si ricaverebbero dalle misure compensative del Mose» spiega Andrea Grigoletto dell’Istituto Italiano dei Castelli e firmatario della proposta «Siccome il Mose era stato realizzato in aree Sic (sito di interesse comunitario, ndr) e Zps (Zona protezione speciale), l’Italia per evitare le sanzioni ha stanziato 266 milioni di euro per opere di compensazione. «Di questa somma una parte è sotto indagine, ma gli altri 122 milioni ci sono e si possono utilizzare. Se il bando andrà deserto avanzeremo la proposta».

Una situazione anomala, dato che l’Ottagono fa parte del comune di Chioggia, ma solo fino a un certo punto perché Pellestrina si trova distante solo una quindicina di minuti. C’è anche da dire che tra la cinquantina di proposte arrivate sul sito del Consorzio Venezia Nuova per eventuali idee su interventi alle Bocche di Porto, non ce n’è una del Comune di Venezia. L’Ottagono era stato chiesto dal Comune attraverso la procedura del federalismo demaniale, ma sembra che per certi tipi di forti la prassi richiesta sia quella del federalismo culturale, quindi con un progetto di riqualificazione.

Fino a quando non si saprà se i privati parteciperanno al bando, queste proposte rimangono ipotesi. Per la seconda volta il Demanio ha inserito l’Ottagono all’interno del quarto bando Valore Paesi Fari con lo scopo di concedere ai privati l’utilizzo del bene per 50 anni al fine di valorizzare l’immobile. La scadenza per partecipare è il prossimo 27 novembre.

I bandi rientrano in un progetto di riqualificazione avviato nel 2015 dal Demanio ed è giunto alla quarta edizione. «Tra le linee guida si richiede «un progetto dall’elevato potenziale per i territori e a beneficio di tutta la collettività che consenta di sviluppare un modello di accoglienza turistica intesa non solo come ricettività, ma anche di natura sociale e culturale».

L’Ottagono è il più grande di tutta la laguna. Realizzato dalla Repubblica di Venezia per difendersi dalla minaccia turca, come dimostrano le due bocche di fuoco su due lati. Nella parte centrale emerge la presenza di un invaso circolare con funzione di pozzo e cisterna a cassoni. La struttura è sorta attorno al 1400 e ha un basamento di pietra d’Istria. —

Vera Mantengoli

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