Ospedali di comunità, posti letto fantasma

Scontro in commissione regionale sulle nuove delibere della giunta Zaia. Il Pd: «Dove sono le strutture attese in provincia?»
Di Mitia Chiarin
SCATTOLIN MESTRE 22/06/2007 Policlinico San Marco..© Bertolin M.
SCATTOLIN MESTRE 22/06/2007 Policlinico San Marco..© Bertolin M.

Scontro in commissione regionale Sanità sugli effetti pratici delle 140 pagine di delibere della giunta Zaia approvate a fine 2016 per il progetto Azienda Zero. In allarme le opposizioni, Pd in testa.

«La Dgr 2174/2016 dispone il blocco di assunzioni e il blocco dell’attivazione degli ospedali di comunità, decide nuove regole per l’edilizia sanitaria e nuovi rapporti con i medici di base. La 2165/2016 pone il tetto alle spese per la salute mentale impedendo nuovi ingressi nelle comunità residenziali e semi residenziali: un blocco all’autorizzazione degli accreditamenti fatto senza valutare l’impatto, con ricorsi già pronti da parte di soggetti che avevano attivato le procedure per erogare i servizi e si vedono improvvisamente stoppare il tutto», denunciano i consiglieri Pd Bruno Pigozzo e Claudio Sinigaglia. Delibere che per loro sono state approvate dagli «assessori Coletto e Lanzarin con la complicità del segretario regionale Domenico Mantoan senza il consenso del Consiglio ovvero della quinta commissione. Chiediamo l’intervento urgente del presidente Boron che è stato inopinatamente espropriato delle sue competenze e che speriamo abbia un sussulto di dignità». Quelle delibere non chiariscono per esempio il futuro di ospedali di comunità e hospice per la provincia di Venezia, segnalano i consiglieri. Strutture intermedie su cui oggi finisce con l’esserci un bel punto di domanda. Tutti le attendono e non si vedono all’orizzonte.

Sinigaglia, esperto di materie sanitarie, snocciola i numeri. Ancora da attivare sono più di 200 posti letto, spiega, numeri alla mano. Per la vecchia Usl 10 del Veneto Orientali i posti letto programmati erano 135, da attivare sono 72. Per l’ex Usl 12 veneziana i posti letto previsti e attivati sono 213. Per l’ex Usl 13 di Miranese e Riviera del Brenta su 165 posti letto ce ne sono da attivare 111 mentre a Chioggia su 45 posti letto programmati, ne vanno attivati 33. Che fine faranno ora? «Per l’ex Usl 12 veneziana i posti letto sono da riconvertire. Per l’ex Usl 13, su 111 posti una quarantina sono quelli previsti a Noale dove dopo un lungo braccio di ferro, la Regione ha previsto vadano in struttura privata e non pubblica.

A Cavarzere, per l’ex Usl 14, non sono ancora stati identificati i posti e nel Veneto Orientale i posti sono da attivare», precisa Bruno Pigozzo, vicepresidente Pd del consiglio regionale che segue da tempo la situazione. «Rispetto a quei posti attivati con la riorganizzazione delle aziende sanitarie assistiamo ad una polarizzazione di posti letto su Venezia e Mestre senza tenere conto che queste strutture andavano inserite nel territorio dell’area metropolitana, in modo capillare. E i sindaci si stanno già allarmando», avverte. Ieri i consiglieri hanno battuto i pugni in quinta commissione chiedendo si facesse chiarezza. «Il presidente Boron non dice una parola e lo stesso fanno gli assessori Coletto e Lanzarin. È una procedura che contestiamo sia nel merito che nel metodo e su cui abbiamo chiesto un parere all’Ufficio legislativo».

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