Ospedale, volantinaggi e proteste
Manifestazioni pubbliche di protesta davanti all'ospedale e volantinaggio. Si annuncia un autunno caldo per la sanità nel Sandonatese dopo che il comitato per la salute nel Veneto Orientale ha iniziato la battaglia a difesa dell'ospedale di San Donà. I posti concessi per la chirurgia, secondo il coordinatore, l'ex consigliere Beniamino Casonato, sono troppo pochi e penalizzano il reparto, mentre sarebbero a solo supporto di ortopedia. Secondo il comitato ne rimarrebbero solo otto e se ne chiedono circa il doppio, anche se il sindaco, Andrea Cereser, ha difeso la battaglia del Comune contro quella che poteva essere di fatto una chiusura a vantaggio del solo polo medico come in previsione nelle schede. «Le ultime modifiche delle schede parlano di otto posti», sostiene Casonato, «e questo significherà perdere il primario, perché di fatto si va a potenziare la sola Portogruaro».
Il comitato, che si definisce a-politico e a-partitico, lancia l'allarme che è stato recepito dal Pdl. In questi giorni il consigliere, Alberto Gobbo, ex vice sindaco, ha presentato in merito un'interrogazione. «I nostri cittadini», spiega, «non possono privarsi della divisione della chirurgia di San Donà e di altre tre divisioni, con la esclusione dell'attuale primario, Paolo Sorrentino. La decisione finale è ancora in discussione nella commissione regionale della sanità, spero, per il bene del territorio. che tutto rimanga nel nostro ospedale senza tagli».
«I nostri cittadini», conclude Gobbo, «saranno grati per la costruzione del nuovo ospedale unico. Chiediamo per il bene della nostra città, però, che tutto rimanga, almeno fino alla realizzazione della nuova struttura, in quanto non possiamo permetterci di vedere i nostri pazienti rivolgersi a Mestre o Treviso». Cereser replica puntualmente.
«All’ospedale di San Donà rimarranno, tra chirurgia e ortopedia, 20 posti letto in week surgery», precisa, «con un taglio di quattro posti. La decurtazione da parte della Regione avrebbe potuto essere decisamente più pesante in quanto, in prima battuta, l’ipotesi era quella della chiusura completa del servizio. La preoccupazione dei cittadini è, quindi, legittima e non sono affatto entusiasta del taglio imposto, nonostante precise richieste rivolte alla maggioranza regionale», conclude il sindaco, «è invece singolare non sia chiaro che il taglio, ovviamente, non è opera del Comune, ma della Regione».
Giovanni Cagnassi
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