Ospedale Villa Salus, 70 posti a rischio
Rischia di abbassarsi la scure sui dipendenti dell’ospedale Villa Salus: a rischio ci sono 60-70 posti di lavoro, esuberi riconducibili alle nuove schede della programmazione sanitaria regionale. Il caso scoppia perché, dopo le modifiche, obbligatorie ma non vincolanti, della Commissione Sanità (la V), Villa Salus rimarrebbe non solo senza il punto nascite - come noto da tempo - ma anche senza la possibilità di svolgere interventi ortopedici nell’ambito della divisione di chirurgia, come invece era previsto nelle schede licenziate dalla giunta regionale. Secondo le indicazioni della commissione l’attività ortopedica, con 20 posti letto, resterà al Policlinico San Marco, che rimaneva invece a secco nella prima stesura delle schede ospedaliere redatta dalla giunta. Ora resterà da capire se, in vista del voto definitivo, atteso per martedì, il governatore Luca Zaia e i suoi decideranno di accogliere o meno le osservazioni della V Commissione. «La possibilità di realizzare interventi ortopedici nell’ambito della divisione di chirurgia generale, prima prevista e ora cancellata» spiega Mario Bassano, direttore generale «ci permetteva di convertire il personale eccedente per la chiusura del punto nascite. È chiaro che se la situazione rimarrà così saremo costretti a prevedere degli esuberi». Tra i 60 e i 70 su un totale di 350, dice la Cgil, che ieri ha lanciato l’allarme in vista di un incontro che probabilmente si terrà la prossima settimana tra proprietà e organizzazioni sindacali. E nel frattempo ha inviato una lettera, tra gli altri, al presidente Zaia, al segretario regionale della Sanità, Domenico Mantoan e al direttore generale dell’Asl 12 Giuseppe Dal Ben. «La Regione» spiega Sergio Chiloiro, segretario generale Funzione pubblica «ci aveva garantito che le nuove schede avrebbero comportato una eventuale riorganizzazione del personale, ma non una riduzione. E invece le scelte sulle strutture della sanità privata della terraferma produrranno questo esito. Non vogliamo drammatizzare ma nemmeno sottovalutare. E non vogliamo essere arruolati in maniera acritica alle strategie aziendalistiche delle singole proprietà ma quello che abbiamo sempre pensato e dichiarato è che riteniamo la sanità privata convenzionata integrativa al sistema pubblico e alla sua programmazione». Sullo sfondo della partita c’è, ovviamente, c’è il confronto tra i due ospedali privati, e la contesa per l’attività ortopedica. «Credo che ci sia posto per tutti» dice Bassano «anche per far fronte ai lunghi tempi d’attesa che per certi tipi di interventi. Abbiamo scritto a Zaia, siamo fiduciosi che accoglierà la nostra proposta, che non va in competizione con il Policlinico perché noi non avremmo un vero e proprio reparto di ortopedia». Va anche detto che le modifiche in V Commissione sono state votate a larga maggioranza. Spiega ad esempio Bruno Pigozzo, del Partito democratico. «La tutela del personale del punto nascite, che verrà chiuso, non può essere risolto con la possibilità di realizzare interventi ortopedici, quando già c’è una realtà ospedaliera che lo fa» spiega «ed è per questo che in commissione abbiamo preso la decisione di garantire al San Marco il proseguimento dell’attività ortopedica, con 20 posti letto al posto dei 24 avuti fin qui. Ricollocare il personale del punto nascite di Villa Salus è necessario, ma questo deve essere fatto con la collaborazione dell’Asl 12, visto che l’attività di ostetricia sostanzialmente sarà trasferita all’ospedale Dell’Angelo». L’ultima parola spetta alla giunta regionale, martedì il verdetto.
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