Ospedale unico dell’Asl 10 il Pdl propone San Donà

Il ritorno di Francesca Zaccariotto. Attesa come una prima donna, il presidente della Provincia, ex sindaco e ora consigliere comunale di opposizione farà finalmente il suo ingresso in Consiglio dall'altra parte della barricata. La prima volta da quando è diventato sindaco il suo principale antagonista, Andrea Cereser. Alcuni mesi fa aveva candidamente spiegato di non credere nella nuova amministrazione, capace solo di portare avanti i suoi progetti e avanzare delle critiche. Ma questa sera, ore 18.30, la Zaccariotto varcherà la soglia del palazzo municipale per parlare di ospedale unico. Il Pdl, con Alberto Gobbo o Giansilvio Contarin, ha presentato una mozione per l'ospedale unico a San Donà. Si è unita anche la lista Zaccariotto con la sua fondatrice e l'ex Pd Renato Boatto. Adesso se ne è aggiunta, però, una seconda presentata dalla maggioranza nella quale in buona sostanza si affrontano i medesimi argomenti. Si potrà discutere di un'eventuale fusione delle due mozioni per esprimere una vera unanimità, anche se è tutt'altro che scontato. Resta il fatto che il Pd di Cereser ha cambiato radicalmente le sue posizioni dopo che alcuni mesi fa, addirittura settimane, sull'ospedale unico aveva tutt'altre idee, puntando più che altro sulla tutela dei servizi sanitari sul territorio e a San Donà, mentre il vice sindaco Leo si era apertamente schierato per l'ospedale unico. I Comunisti italiani invece lanciano il dibattito sugli ospedale di comunità. «In queste strutture i posti letto saranno usati per le cure intermedie», dice Francesco Di Cataldo, «ovvero tutte le prestazioni nel post-acuto, che nell’impostazione degli ospedali moderni non trova più accoglimento. Il paziente verrà affidato ai medici di medicina generale, cioè ai professionisti privati convenzionati. Gli ospedali di comunità perciò avranno un ruolo decisivo nel processo di privatizzazione della sanità dando un'ulteriore accelerazione al superamento del sistema universalistico, con il rischio di un pesante decadimento qualitativo del servizio. Attualmente l’ospedale e i servizi territoriali rappresentano la risposta qualificata ai bisogni di diagnosi e cura dei cittadini e non possono essere depotenziati. Le schede ospedaliere che riguardano l’Asl 10 devono essere riviste, bisogna tornare a puntare sugli ospedali di San Donà e Portogruaro anziché regalare posti letto alla casa di cura Rizzola che, in questa riorganizzazione, ne uscirà rafforzata e sarà l’unico ospedale completo, presente in tutta l’Asl 10».
Giovanni Cagnassi
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