«Ospedale unico bocciato i soldi subito ai tre presìdi»
Sfuma l’ospedale unico, il Veneto Orientale adesso chiede riorganizzazione, specializzazioni, garanzie per i tre presidi di San Donà, Portogruaro e Jesolo. Gli amministratori attendono una lettura di atti e schede della Regione, ma il punto di partenza è ridiscutere le ultime decisioni su polo medico a San Donà e chirurgico a Portogruaro: un vero blocco delle precedenti schede regionali. Il presidente Zaia ha assicurato che se non ci sarà l’ospedale unico le risorse saranno concentrate sulle attuali strutture sanitarie.
Il sindaco di San Donà, Andrea Cereser è perplesso: «Adesso si bloccheranno le schede», riflette, «un ospedale per definizione deve avere medicina generale e chirurgia generale. Queste sono le premesse per ogni dibattito su quello che accadrà d’ora in poi». Sulla sua scia Gabriele Scaramuzza, responsabile sanità e welfare del Pd metropolitano che rincara: «Zaia ha gettato la maschera, ora bisogna investire immediatamente sull’integrazione di rete San Donà-Portogruaro ed evitare l’ulteriore smantellamento di servizi».
Il direttore generale dell’Asl 10, Carlo Bramezza, è sempre stato un convinto sostenitore dell’ospedale unico, ma adesso deve fermarsi e attuare le nuove direttive regionali che cambieranno molto le cose. Secondo Bramezza, non avendo proposto i sindaci un piano condiviso e un sito, il governatore ha dovuto cedere, anche se la sua linea generale non sarebbe mutata. A Portogruaro sono arrivate già le rassicurazioni sul punto nascite e il sindaco, Maria Teresa Senatore, ha elogiato la scelta del presidente Zaia, anche perché Portogruaro, la più orientale delle città del territorio, temeva le fughe verso il Friuli più di ogni altra cosa. Gongola l’ex senatore, Luciano Falcier, che da sempre denunciava l’inutilità di un ospedale unico, o meglio nuovo che avrebbe causato dissesti, depotenziando San Donà e mantenendo comunque l’ospedale di Jesolo, la casa di cura Rizzola a San Donà e dei presidi di riferimento con i costi conseguenti.
A Jesolo c’è già fermento. «Alla luce dei nuovi fatti», dice l’esponente socialista Claudio Ferro, «e di questa scelta, che non condivido, vanno riviste le schede ospedaliere regionali anche per Jesolo. Va completata e potenziata l’area riabilitativa, quindi istituita e attivata un’unità operativa di ortopedia affinchè si parli centro ortopedico riabilitativo. Il Consiglio comunale e la giunta di Jesolo avanzavano una proposta simile di ortopedia-riabilitazione per i pazienti fragili e anziani, e nel contempo dava una risposta d’estate a un litorale di circa 12 milioni di presenze». Il sindaco Valerio Zoggia ha evidenziato che Jesolo deve avere la sua parte di risorse per essere subito un polo riabilitativo di eccellenza.
Giovanni Cagnassi
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