Ospedale, quote in vendita per 50 milioni

L’Angelo al centro di manovre finanziarie: Astaldi vuol cedere la partecipazione nella società del project financing
GIORNALISTA: Scattolin .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Mestre.DESCRIZIONE: sciopero nazionale dei medici all'ospedale dell'angelo
GIORNALISTA: Scattolin .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Mestre.DESCRIZIONE: sciopero nazionale dei medici all'ospedale dell'angelo

MESTRE. Entro il 2018 il gruppo Astaldi venderà le proprie quote all’interno di Veneta Sanitaria Finanza di progetto, l’Ati che ha vinto la gara per realizzare l’ospedale dell’Angelo di Mestre.

Operazione da almeno 50 milioni di euro: questo il valore a libro del 60,4% di azioni che Astaldi detiene della società del project del nosocomio di Mestre a cui vanno versati 65 milioni di euro l’anno di canone dopo una battaglia legale che ne ha ridotto l’impatto del 10 per cento.

Una notizia che è una conferma visto che nell’agosto dell’anno scorso la Astaldi aveva comperato le quote di Mantovani (23,4%), arrivando a quota 60,4 ma già nel precedente piano industriale si era profilata l’ipotesi della vendita, confermata ora nella presentazione del nuovo piano industriale avvenuta mercoledì scorso. Compratori alla porta potrebbero esserci, visto che mesi fa, per l’acquisto delle quote Mantovani si era mosso il fondo Equitix Italia (controllato dalla inglese Equitix III) che nel frattempo ha comprato una partecipazione in un altro ospedale veneto, nato sempre dal project financing: quello di Santorso in provincia di Vicenza.

Il gruppo inglese potrebbe tornare a farsi avanti mentre Astaldi, come conferma il documento intermedio di gestione di marzo 2018, punta a vendere il 28% dei 770 milioni di concessioni, vale a dire 218 milioni di euro, dichiarati «disponibili per la vendita». Pacchetto, in cui per 133 milioni, ci si riferisce proprio all’ospedale dell’Angelo di Mestre.

La notizia viene accolta con attenzione in città.

Il vicepresidente del consiglio regionale del Veneto, Bruno Pigozzo, spiega: «Pare una mera operazione finanziaria ma c’è la preoccupazione di garantire la qualità di servizi, prestazioni, livelli dell’ospedale dell’Angelo, senza maggiori costi per la sanità veneziana. Quindi, l’attenzione è massima». L’assessore alle politiche sociali del Comune Simone Venturini è altrettanto guardingo. «Nessun commento visto che è necessario in questa fase andare a chiarire tutti gli aspetti di questa operazione. Quindi l’amministrazione prenderà le informazioni necessarie. I commenti li faremo dopo».

Tace, al momento, invece Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Usl 3 Serenissima, che preferisce non commentare. Così come, per ora, c’è il silenzio dalla giunta regionale del Veneto di Luca Zaia.

Daniele Giordano, segretario della Funzione Pubblica Cgil di Venezia punta invece sul “macigno”, come lo chiama anche l’assessore Venturini, che pesa sul project financing dell’ospedale di Mestre: quei 65 milioni di spese annuali che pesano sul bilancio dell’azienda sanitaria, conseguenza della realizzazione lasciata ai privati del nosocomio e del rimborso con canone annuale. «La vendita da parte di Astaldi dice che il project financing è appetibile dai privati mentre l’azienda sanitaria è sempre più indebitata per ripagarne i costi nonostante il lodo arbitrale avviato da Dal Ben e poi transato», ricorda Giordano. «Occorre ricordare che nel riparto del fondo sanitario regionale dello scorso dicembre, con i tagli che avevano interessato Venezia e Rovigo, all’Usl Serenissima erano stati indicati dai 90 ai 100 milioni di possibile indebitamento, e quindi è ovvio pensare che 65 milioni di canone l’anno restano un problema da affrontare con la massima urgenza», dice il sindacalista.

Per questo, mentre i privati confermano la vendita delle loro quote di maggioranza nell’ospedale di Mestre, il sindacato invita il consiglio regionale «ad avviare una discussione che porti a rivedere il progetto di finanza sanitario, così come si è rivisto il progetto di finanza in tema di trasporti». Ovviamente sarà importante anche capire chi arriverà a prendersi le quote di Astaldi dentro la Veneta Sanitaria Finanza di Progetto, a cui fanno capo tutti i servizi collegati all’ospedale, dai parcheggi ai bar, ristorazione. Veneta Sanitaria Finanza di progetto nel 2017 ha registrato un fatturato di 60,3 milioni e un utile di 6,5 milioni mentre la passività è di 147,5 milioni e il patrimonio netto di 27,1.

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