Ospedale dell’Angelo il 28% dei neonati ha genitori stranieri

Il Bangladesh fa la parte del leone, poi Romania e Moldavia «La presenza di mamme di altre nazioni è una grande sfida»
Di Marta Artico

Non c'è dubbio. Le mamme straniere nel nostro territorio, tengono alta la bandiera della natività, in calo come nel resto del Paese. Dati alla mano, quasi un nuovo bimbo venuto alla luce su tre, è figlio di famiglie in cui uno o entrambi i genitori sono immigrati stranieri residenti.

Cifre. Nel 2016 i nati da mamma straniera all’ospedale dell’Angelo sono stati 540 su 1938 nati complessivi (28%), nel 2015 erano stati sempre 540, su 1934 nati complessivi (28%), il medesimo numero. La percentuale di nati stranieri è in linea con quella regionale.  Le nazionalità di origine più presenti, nel 2016 e nel 2015, sono il Bangladesh, i Paesi dell’Est europeo, la Cina.

I bengalesi, che in comune di Venezia sono la comunità più numerosa, sono anche quelli che frequentano dunque di più il reparto neonatale e ostetricia. Il Bangladesh è in testa e stacca tutte le altre nazionalità con 122 nati, la Romania viene seconda con 77, la Moldavia conquista la medaglia di bronzo, con 74. Di seguito vengono la Cina con 61, l'Albania con 27, la Macedonia con 24 e poi Ucraina (20), Nigeria (13), Marocco (11). L'anno passato i nati bengalesi erano stati addirittura di più, con ben 136 nascite. Rispetto al 2015, le prime nove etnie sono le stesse, e nello stesso ordine, degli ultimi due anni. Nell’ultimo anno aumentano, invece, i nati cinesi.

Integrazione. Il Punto nascite dell'Ospedale dell'Angelo, con i suoi 1938 nati, si conferma dunque un riferimento. «La presenza di mamme straniere», spiega la dottoressa Paola Cavicchioli, della Patologia Neonatale, «è una sfida appassionante. È una presenza numerosa, che ci impegniamo ad accogliere con metodologie di accoglienza e assistenza che facilitino la degenza delle madri e allo stesso tempo permettano al Punto Nascite la piena operatività».

Per prevenire e risolvere i problemi legati alle lingue diverse e alle culture diverse, nell’Ostetricia e nella Patologia Neonatale dell’Angelo è a disposizione materiale informativo in più lingue sul parto, la degenza, la gestione del neonato, l’allattamento.

Mediatrici. Preziosissimo il lavoro delle mediatrici culturali: «Non si tratta tanto di un’opera di interpretariato», spiega la dottoressa Cavicchioli, «quanto piuttosto di un aiuto preziosissimo per capire gli atteggiamenti culturali delle mamme straniere verso il parto e verso il neonato, verso il dolore e verso l’alimentazione. La presenza e la formazione periodica operata all'interno dei progetti regionali dai mediatori culturali, è un sostegno importante: conoscere e comprendere le abitudini delle diverse culture aiuta chi opera in Reparto a capire il perché di certi atteggiamenti, e dove serve anche a suggerire e insegnare atteggiamenti più corretti».

Atteggiamenti. Intorno alle mamme del Bangladesh la famiglia è molto presente e addirittura tende a sostituirsi alla mamma in ogni cosa, anche nella cura del bambino nei primi giorni. È fondamentale per le operatrici del Punto Nascita capire che si tratta di un retaggio culturale, e non di un rifiuto della madre nei confronti del neonato. «Interveniamo quindi con la famiglia», spiegano dal reparto, «oltre che con la mamma stessa, proponendo e sollecitando le giuste attenzioni genitoriali».

Allo stesso modo, le operatrici del Punto Nascita dell’Angelo hanno imparato a riconoscere nelle mamme di origine africana un atteggiamento molto protettivo verso il neonato.

Sanno che il desiderio di vicinanza continua e di contatto continuo tra mamma e bambino è dovuto alla cultura d’origine, e gestiscono con particolare accortezza i momenti in cui il piccolo deve essere separato dal genitore.

Per abitudine culturale, infine, le mamme cinesi risultano quelle che sono pronte prestissimo a tornare all’attività lavorativa, e tenderebbero quindi da subito a ricorrere al latte in polvere. Anche in questo caso il Punto Nascite dell’Angelo, da sempre impegnato a favore dell’allattamento materno, interviene perché la mamma comprenda appieno le buone pratiche suggerite dal servizio sanitario, e magari le conservi anche una volta uscita dall’Ospedale.

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