Ospedale a gestione mista Il sindaco di Jesolo frena
JESOLO. Audizione regionale in commissione per discutere della futura gestione dell’ospedale di Jesolo. Un primo appuntamento ufficiale per affrontare questo percorso che ha spiazzato la città, in primis l’amministrazione comunale.
Sarà un ospedale a 5 stelle, come ha detto ieri il direttore generale, Carlo Bramezza. Vendendo una parte fatiscente della struttura, si ricaveranno circa 25 milioni per realizzare una completa ristrutturazione, quindi piscine riabilitative, palestre e dotazioni per un centro di riabilitazione con pronto soccorso di alto livello. Si parla di circa 10 mila metri quadri di intervento, per un investimento appunto di 25 milioni, con una parte delle risorse stanziate anche per gli ospedali di San Donà e Portogruaro visto che a Jesolo basteranno sicuramente meno soldi. Un progetto misto pubblico e privato, 51 e 49 per cento, verso una struttura più snella, con servizi efficienti per turisti e residenti, migliorando al contempo i costi di esercizio del nosocomio che sono sempre stati piuttosto elevati, trattandosi di un vecchio ospedale.
Il direttore generale Bramezza è parso soddisfatto dell’incontro con la V commissione sanità. Il prossimo passaggio sarà dunque in giunta. Per il 25 settembre il progetto sarà anche in Consiglio a Jesolo, con il direttore generale a spiegare tutti i passaggi fondamentali.
Ieri in Regione c’era anche il sindaco Valerio Zoggia: «Il direttore generale», ha commentato, «ha fatto la sua relazione e adesso aspettiamo che faccia altrettanto per la città. Prima della proposta alla Regione doveva farla al Comune di Jesolo, anche perché se c’è una variante urbanistica in atto, questa deve passare necessariamente per il Comune. Per la privatizzazione ci sono passaggi da approfondire, e vedremo se saremo tutti d’accordo. Quanto a diventare azionisti del nuovo ospedale, vedremo se ci saranno le risorse per farlo, prima di tutto, e se il Comune potrà pesare in questa operazione, perché con l’1 o 2 per cento non ci interessa, vogliamo avere voce in capitolo».
Dubbi anche dal Pd regionale, con Bruno Pigozzo: «Non si capisce come una gestione di tipo privatistico possa sopperire a deficienze strutturali lamentate da Bramezza. Consideriamo il quadro generale di incertezza in cui versa la situazione dei servizi ospedalieri e territoriali dell’Asl 10 da quando è iniziato il tormentone dell’ospedale unico, mentre la gestione privata della clinica Rizzola di San Donà non sembra minimamente sfiorata dalle restrizioni».
Giovanni Cagnassi
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