Orsoni batte cassa in Europa e punta a ottenere un miliardo

Bilancio sempre in emergenza, uffici mobilitati dalla Giunta per avere i nuovi fondi dell’Ue 92 i progetti selezionati, dalla tramvia al centro maree. Ma finora la città ha ottenuto solo 39 milioni
Di Mitia Chiarin

Il Comune batte cassa all’ l’Unione europea che sta definendo in questi mesi estivi i fondi strutturali dal 2014 al 2020. L'ammontare di risorse europee per il nuovo ciclo sarà di circa 30 miliardi che potrebbero raddoppiare con il cofinanziamento nazionale.

Venezia, con il suo bilancio in stato di perenne emergenza, oramai, ha deciso di puntare sull’Europa per cercare di ottenere fondi per tanti progetti oggi senza finanziamento e rimasti sogni sulla carta, di fatto. La lista è lunga: novantadue i progetti individuati dall’amministrazione a concorrere ai finanziamenti: il loro valore economico è enorme, un miliardo e 70 milioni di euro. Lo stesso governo Letta confida molto nei nuovi fondi e l’Anci sta coordinando il lavoro di tanti Comuni, tra cui Venezia. «La parola d’ordine generale è impegno, perché nella situazione in cui siamo è importante saper cogliere anche le opportunità di finanziamento che arrivano dall’Europa. E non possiamo arrivare impreparati, oltre al fatto che poi questi soldi bisogna saperli spendere bene», manda a dire il vicesindaco e assessore al bilancio Sandro Simionato confermando che la giunta ha deciso un cambio di passo degli uffici comunali. A luglio il settore Sviluppo economico, Politiche comunitarie e Piano Strategico di Ca’ Farsetti, su indirizzo del sindaco Orsoni e della giunta, ha portato a termine una ricognizione aperta a tutte le Direzione, le Municipalità, le aziende partecipate, per un piano di investimenti che possa, nel giro dei prossimi sette anni, aspirare ad ottenere i contributi dei finanziamenti comunitari. Non solo c’è da battere cassa a Bruxelles, se Roma non aiuta, ma bisogna imparare a chiedere i fondi, nella speranza di ottenerli. Spesso si è arrivati tardi, tante occasioni si sono perse. In passato i bandi comunitari sono stati di fatto inseguiti male. Ora le varie Direzioni del Comune vengono guidate dal settore Piano Strategico-Politiche comunitarie, «riorganizzato», spiega il vicesindaco, per essere pronti a partecipare ai bandi e ottenere i fondi.

Vedremo nei prossimi mesi quali saranno i risultati concreti. Di certo l’occasione è di quelle da non perdere, pena confermare l’arretratezza generale del paese: sono stati ristrutturati dalla Ue il fondo europeo di sviluppo regionale, il fondo sociale europeo della Regione, il programma operativo per le città metropolitane, quello della commissione europea, i contributi a fondo perduto. I progetti individuati dal Comune hanno valori diversi: da poche migliaia di euro a 160 milioni; 9 valgono dai 3 ai 10 milioni di euro; 17 sfiorano i 30 milioni e solo tre superano i 90. Dieci progetti interessano la terraferma, 11 il centro storico, 4 la città metropolitana. 84 sono stati presentati dalle Direzioni comunali; 8 da Veritas. Solo 14 sono già in corso.

Oltre la metà dei progetti potrebbero concludersi entro 5 anni. Nella lista dei progetti c’è di tutto: i collegamenti del tram con l’aeroporto, il nuovo ospedale, San Basilio, il risparmio energetico in scuole, edifici pubblici e case comunali, la nuova piazza XXVII Ottobre e il mercato coperto, il miglioramento della qualità delle acque del Marzenego, la rigenerazione urbana alle Vaschette, interventi su mobilità, tecnologia e digitale come il nuovo sistema del centro Maree. Alcuni progetti sono in corsi, altri attendono fondi da tempo.

Venezia, del resto, doveva proprio migliorare la sua capacità di attrarre i i finanziamenti dell’Unione europea.

Da un recente report delle Politiche Comunitarie, del maggio 2013, emerge che dal 2001 al 2013 nelle casse comunali sono entrati poco più di 39 milioni da fondi Ue: diretti per 12 milioni e mezzo di euro; fondi strutturali per poco più di 21 milioni e oltre 5 milioni dal piano Urban Italia.

287 i progetti presentati nel corso di dodici anni: solo 123, il 39 per cento, quelli approvati. Al 31 maggio scorso le entrate accertate ancora da riscuotere dall’Ue erano conteggiate in 6 milioni e 300 mila euro.

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