Orsoni attacca il governo sulla Città metropolitana
Città metropolitane contro le Regioni. Uno scontro che era nell’aria ma che ieri a Roma è esploso durante l’incontro tra il governo e i sindaci delle grandi città italiane. «Siamo a un punto cruciale del discorso», attacca il sindaco Giorgio Orsoni, ieri in prima fila a contestare la linea adottata dal governo. «La linea europea che individua nelle città il motore dello sviluppo rischia di essere perseguita in modo fallace e aberrante», dice. Il motivo dello scontro è presto detto. Si tratta di dare il via al progetto delle Città metropolitane e alla loro costituzione con un programma operativo nazionale. Il governo può contare su fondi dell’Unione europea per far partire – finalmente, dopo un ventennio di annunci – il nuovo governo della metropoli. Ma il primo scoglio sono i finanziamenti, messi a disposizione dall’Europa per avviare il programma 2014-2020.
Chi dovrà gestirli e come? Ieri il ministro della Coesione territoriale Carlo Trigilia e quello degli Affari regionali Graziano Del Rio hanno incontrato i sindaci delle città metropolitane. Bene l’avvio del programma», hanno detto i primi cittadini di Venezia (Orsoni), Catania (Enzo Bianco), Bologna (Virginio Merola), Cagliari (Massimo Zedda), genova (Marco Doria), Napoli (Luigi De Magistris) e Palermo (Leoluca Orlando). «Ma i fondi ancora non sono adeguati, e occorre una maggiore concertazione con i Comuni». A Venezia dovrebbero arrivare per la costituzione della Città Metropolitana circa 40 milioni di euro. La prima ipotesi era quella di assegnarli alle Regioni che poi li avrebbero trasferiti ai Comuni. «Su questo non siamo assolutamente d’accordo», attacca Orsoni, «lo abbiamo detto con chiarezza ai ministri. Un passo falso è stato anche quello di avviare il piano delle Città metropolitane sentendo le Regioni e non i comuni».
Una polemica aperta, destinata a continuare. In teoria le Città metropolitane dovrebbero essere operative a partire dal 2015, unificando le elezioni con le amministrative della primavera. Ma il progetto non è ancora ben definito, a cominciare da che fine faranno i dipendenti delle Province (destinate all’abolizione) e come sarà l’organizzazione dei comuni che fanno parte della Città Metropolitana. Un progetto per cui il sindaco Orsoni si è speso molto. Che a suo parere potrebbe rilanciare i servizi e l’economia veneziana in un’ottica più ampia, valorizzando al tempo stesso le peculiarità dei territori. Ma c’è prima di tutto da mettere in piedi la struttura. E sui finanziamenti già si litiga. Non è cosa di poco conto, visto che i Comunei, già strozzati dal Patto di Stabilità, non hanno risorse nemmeno per garantire i servizi ordinari.
Ieri a Roma il sindaco ha anche partecipato a numerosi incontri con funzionari dei ministeri e di Palazzo Chigi per cercare di sbloccare l’ormai nota vicenda del Patto di Stabilità. Lo sforamento del Comune ha causato sanzioni al Comune e il blocco di alcune spese. Tagli che potrebbero presto interessare anche i dipendenti comunali, i cui stipendi sono stati «salvati» solo per due mesi.
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