Ormeggi sulle rive a Venezia, un’app per condividere il posto barca

VENEZIA. Ci si deve muovere con la propria barca? Si prenota l’ormeggio con l’app, ci si lega ai pali e per pagare si mette a disposizione il proprio posto barca. E se il monte ore eccede (in un senso o nell’altro), a fine anno si paga il dovuto oppure si avrà un credito per l’ormeggio. Tutto gratuitamente. Questo, in sintesi, il progetto elaborato da Stefano D’Almo, residente a Burano e consigliere della Municipalità di Venezia (lista Brugnaro).
«Go Boat» – questo il nome provvisorio, ma lo stesso ideatore è aperto a suggerimenti – è arrivato sul tavolo di Ca’ Farsetti ed è allo studio degli uffici comunali. Anche perché, per diventare concreto, necessita di un cambio del regolamento, che ora prevede l’uso esclusivo degli spazi acquei (circa 8 mila a Venezia).

«Ciò comporta forti limitazioni della mobilità, rendendo di fatto problematico navigare in laguna per l’assenza di approdi fruibili in modo regolamentato», spiega D’Almo, «questo sistema potrà incentivare l’uso dell’imbarcazione privata, riducendo la pressione sul trasporto pubblico. La disponibilità di un ormeggio certo, a prova di multa, favorirà l’uso della barca per fare acquisti, recarsi al bacaro o al ristorante, al cinema, al teatro, favorendo la fruizione della città, migliorando la qualità di vita e generando benefici per le attività commerciali».
Da qui, secondo l’ideatore, l’utilità di un interscambio dell’ormeggio in laguna. Il sistema, gratuito per gli utenti e con soli costi di avviamento e gestione, funziona con un’app gratuita per lo smartphone e, in sostanza, opererebbe come una banca del tempo (il tempo dell’ormeggio).
È aperto a tutti i concessionari di posti barca. Chi li renderà disponibili, comunicando il periodo in cui sarà libero, si vedrà accreditare il tempo di utilizzo da parte di altri utenti. In alternativa si potrà monetizzare sotto forma di contributo spese.
Chi non ha crediti da «spendere» potrà acquistarli mediante sistemi di pagamento on line. Lo stesso potrà fare chi avrà esaurito il suo «conto corrente delle ore d’ormeggio». Oltre alla possibilità di derogare il regolamento comunale, il progetto ha tra i requisiti l’analisi del bacino d’utenza e i flussi della mobilità privata oltre allo studio di come vengono usate le imbarcazioni private.
E quindi: tempi medi negli ormeggi, come può variare l’utilizzo su base quotidiana, mensile o annuale (inclusi i tempi di carenaggio e manutenzione, festività, vacanze). «Verificheremo con gli uffici la fattibilità del progetto», promette l’assessore alla Mobilità, Renato Boraso. —
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