Ormeggi ai pontili in retromarcia dietrofront del Comune in 24 ore
Marcia indietro a tutta forza degli uffici del Servizio acqueo del Comune di Venezia, che ieri hanno revocato in fretta e furia l’ordinanza 630 pubblicata neppure 24 ore prima a firma del dirigente della Mobilità Claudio Molin, per imporre che «i mezzi pubblici in servizio di linea che sostano per le operazioni di sbarco/imbarco ai pontoni delle fermate Actv, devono ormeggiare mantenendo l’accosto mediante propulsione in retromarcia». Tradotto: vaporetti ai pontili, con marcia indietro innestata, per non fare la “scia” alle gondole.
Apriti cielo, i telefoni tra Actv e Ca’ Farsetti sono diventati bollenti: perché se è vero che i gondolieri da tempo chiedono questo provvedimento per evitare di essere travolti dalle onde quando sfilano a poppa dei battelli - la disposizione è già in vigore in vicinanza degli stazi, a San Zaccaria, Calle Vallaresso, Rialto - è pur vero che da anni piloti, comandanti, sindacati contestano l’ordine, che rende molto più complesse le operazioni di manovra, parlando apertamente di sicurezza della navigazione messa a rischio e suggerendo di allontanare semmai gli stazi dai pontili.
Così, diffusa l’ordinanza che allargava a tutti gli ormeggi l’obbligo di retromarcia, tra la serata di giovedì e la mattinata di ieri si è scatenato il putiferio. I primi ad insorgere sono stati i sindacati, che hanno iniziato a tempestare azienda, Capitaneria di porto, Comune, Prefettura con richieste urgenti d’incontro.
«È una disposizione rischiosissima, perché in retromarcia la poppa viene spinta fuori, rendendo più complesso lo sbarco-imbarco dei passeggeri», racconta Eugenio Tiozzo, pilota della Rsu, «soprattutto nei pontili appaiati, i mezzi rischiano di toccarsi di prua. Abbiamo sempre contestato questa indicazione: in tutti i pontili è inapplicabile». «Quest’ordinanza viola l’articolo 295 del codice della navigazione», commenta Giampietro Antonini, di Sgb autoferrotranvieri, «che prevede che per ragioni di sicurezza le manovre di accosto siano di esclusiva competenza del comandante». Annunciando ricordi legali. «Prendono queste decisioni senza mai confrontarsi con noi: non ci hanno mai ricevuto, in Comune», incalza Marino Deterlizzi, Fit-Cisl, «se dovesse essere così, vorrà dire che per tenere i vaporetti accostati metteremo la cima sia a poppa che a pura, ma sappiano che ogni passaggio Piazzale Roma-Lido durerà 50 minuti di più». Avm si è subito fatta portavoce delle proteste: l’intervento è stato fermo e nel giro di una mattinata, gli Spazi Acquei hanno fatto dietro front, tanto che nel primo pomeriggio Actv faceva sapere di «essersi immediatamente attivata ottenendo il ritiro immediato dell’ordinanza 630 e un incontro urgente chiarificatore, per la soluzione di problemi oggettivi di moto ondoso». «L’ordinanza comunale in questione», scrive alle organizzazioni sindacali, il direttore del Personale Avm, Carlo Alberto Papaccio, «è stata revocata alle 13.30».
Formalmente, l’ordinanza 630 ieri appariva ancora nell’elenco dei provvedimenti emessi e bisognerà fare un contro-provvedimento, ma dal gabinetto del sindaco confermano la sospensione della validità dell’atto.
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