Origami e gioielli di carta «La passione di noi artigiani più forte dell’acqua alta»

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Tutto è nato come un gioco quando da bambina si divertiva a fare origami con suo padre. Crescendo quel piacere di toccare la carta e di trasformarla nelle forme più bizzarre è diventato un lavoro vero e proprio. Così, quando l’attuale marito di Stefania Gianniti da Verona viene trasferito a Venezia, lei decide che questa è la città giusta per concretizzare la sua passione per la carta.
Nel 2013 apre la sua attività chiamandola Paperoowl: «Mi è sempre piaciuta la civetta e quando ho scoperto che è collegata ad Atena, patrona di artisti e artigiani, non ho avuto dubbi sul nome da dare alla bottega» racconta Gianniti, 40 anni, che ha l’atelier di oggetti di design e gioielli di carta in calle Longa, a pochi passi da campo Mater Domini. Sopravvissuta all’acqua alta perdendo materiali, mobili e un macchinario, Gianniti durante il lockdown ha avviato un sito per aprirsi la strada anche per le vendite online, ma il percorso è ancora tutto da compiere.
Intanto l’attività piano piano si sta riprendendo da questi mesi funesti con il ritorno dei turisti. Entrare nella bottega è come entrare in un sogno. Oltre ai gioielli e alle scatole di carta, dal soffitto scendono decorazioni di carta e sugli scaffali si è rapiti dalle creazioni dell’artigiana, come le sue celebri vedute. «Sono dei souvenir di Venezia, realizzate in apposite scatole, che realizzo in numero limitato ogni anno ispirandomi a un tema nuovo» racconta, «per esempio quando sono arrivata a Venezia, una delle prime volte che ho visto l’acqua alta, mi sono soffermata a osservare come gli scalini che portano nei canali venivano via via ricoperti. In quel momento ho immaginato che quegli scalini portassero a un’altra città, al doppio di Venezia, e così è nata una serie di vedute del mondo sott’acqua».
Prima della quarantena Gianniti aveva creato una collezione di vedute ispirate al Carnevale degli animali di Saint-Saëns che ancora oggi si possono ammirare nel negozio. Con il tempo ormai Gianniti conosce al tatto ogni tipologia di carta che poi utilizza a seconda di quello che vuole creare. Le carte giapponesi, per esempio, sono quelle per i gioielli perché sono resistenti, sottili, raffinate e si prestano a realizzare opere minute. Molte creazioni si ispirano a Venezia, come il colletto gioiello la cui fantasia è quella del pavimento dello splendido palazzo Ca’ d’Oro, ma rivisto con colori accesi e pop. Ogni anno, eccetto questo, Gianniti in alcuni periodo ospita le creazioni di un artista o di un artigiano che ammira e al quale propone di creare insieme, come i gioielli realizzati con Susanne Sander di Collane-di-Perle. Quest’anno non è stato possibile perché l’artista che aveva conosciuto vive in Sud Africa e per il Covid-19 il progetto è stato posticipato.
«Noi artigiani ci diamo da fare il più possibile, ma a volte ho la sensazione che i grandi eventi della città siano distanti dal tessuto cittadino, mente basterebbe pochissimo coinvolgerci», spiega Gianniti, «sarebbe molto bello che questo avvenisse anche a Venezia perché sarebbe un modo per valorizzare una parte molto viva della città e dare un incoraggiamento alle attività che sono state più colpite». —
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