Oriago, i nomadi hanno lasciato l’accampamento
ORIAGO. Almeno i nomadi sono di parola. Dopo quattro giorni di braccio di ferro fra Comune di Mira e una carovana nel parcheggio della stazione di Oriago Porta Ovest, lunedì pomeriggio giorno di Pasquetta, come promesso ai vigili, i nomadi se ne sono andati. Si trattava di un “accampamento” improvvisato con oltre 40 fra roulotte e camper e una ventina di auto per oltre 120 persone. «Siamo riusciti ad allontanarli», spiega il comandante della polizia locale, Mauro Rizzi, «senza l’uso della forza. Sebbene l’ordinanza del sindaco Alvise Maniero fosse stata firmata già lo scorso venerdì, abbiamo evitato che si agisse con uno sgombero forzato. Azione che avrebbe creato sicuramente problemi per la presenza di 120 persone fra cui tantissimi bambini. Abbiamo comunque avvertito il Prefetto e i comandi di polizia e carabinieri». L’ordinanza del sindaco Alvise Maniero era scattata nel momento in cui un sopralluogo dell’ufficio igiene dell’Asl 13, ha certificato lo scorso venerdì, come nel parcheggio non vi fossero le condizioni minime per la permanenza. In quell’ara sosta infatti mancano sia acqua corrente che luce. I nomadi erano arrivati giovedì scorso. Quelli che erano arrivati ad Oriago di Mira, sono gli stessi che da circa una settimana si spostano da un comune all’altro a cavallo fra la Riviera del Brenta e il Miranese. Poi giovedì il blitz. I lucchetti delle sbarre anti intrusione del parcheggio sono stati spaccati, e subito hanno cominciato ad affluire auto e roulotte con famiglie al seguito. Fin da subito i residenti hanno chiamato in aiuto la polizia locale di Mira. Il giorno di Pasquetta verso le 14 l’epilogo. «I nomadi», spiega il comandante Rizzi, «se ne sono andati lasciando anche l’area abbastanza pulita rispetto al disastro che ci aspettavamo» . Non è contenta della situazione Sistemi Territoriali proprietaria dell’area. «Abbiamo sporto denuncia per lo scardinamento dei lucchetti delle sbarre anti intrusione», spiega il Presidente di Sistemi Territoriali Gianmichele Gambato, «per ora contro ignoti. Sappiamo che identificare i responsabili di questa infrazione è quasi impossibile ma si tratta di un atto dovuto per far rispettare la legge».
Alessandro Abbadir
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia