Orfano a 18 anni dopo la strage in famiglia. Viene adottato dallo zio

La nuova vita di Antonio dopo l’omicidio-suicidio di Pianiga in cui perse i genitori. Ora vive a Santa Maria di Sala. «Per me è come un figlio, gli staremo vicino»
PIANIGA. «Antonio è stato accolto da noi come un figlio. Ora si sta preparando per affrontare l’esame di maturità e il prossimo anno ha deciso che frequenterà l’università». A parlare è Giuseppe Guidolin, lo zio di Antonio Garbin che ha accolto in casa come un secondo figlio il giovane che, lo scorso settembre a Pianiga, è stato colpito da un lutto terrificante: la morte in un omicidio-suicidio dei genitori, il padre Gianni Garbin di 58 anni e la madre Daniela Masaro di 55.
Il delitto si consumò in via Papa Luciani al civico 16 ma la dinamica non è mai stata chiarita. Gianni Garbin uccise la moglie e poi si impiccò. La donna potrebbe essere rimasta schiacciata dal peso del marito salito sulla schiena per immobilizzarla e poi soffocarla. Sulle braccia di Garbin sono inoltre stati trovati dei graffi che potrebbero confermare la versione del soffocamento successivo alla lite. Il corpo della donna è stato trovato nella camera da letto, al secondo piano dell’appartamento mentre quello del marito nel garage. È ancora da capire se Garbin abbia agito in un momento di follia o con premeditazione, ipotesi questa avvalorata dal messaggio lasciato nel quale, soprattutto, si preoccupa affinché qualcuno si prenda cura del figlio.
 
 
Lo sconforto per questo terribile lutto fu grande, ma lo zio Giuseppe (il marito della sorella del papà) non si perse d’animo: «Antonio non poteva e non doveva restare solo», spiega, «e per questo fin da subito gli offrii la possibilità di vivere a casa mia a Santa Maria di Sala. Per mia figlia, che ha la sua stessa età, è come un fratello. Antonio ha rifiutato l’aiuto dello psicologo è un ragazzo forte e con l’affetto di tutti noi sta ricominciando a vivere. Dopo l’esame di maturità ha deciso che frequenterà l’università. Gli staremo sempre vicino. Con noi c’è anche la sua nonna, la mamma di suo papà».
 
Un unico funerale per Gianni e Daniela
 
Il sindaco del paese, Massimo Calzavara, è contento di come sono andate le cose. «Come Comune», spiega, «abbiamo fatto il massimo per dare una mano ad Antonio. La casa dove viveva con i genitori è stata dissequestrata e lui ha potuto riprendere il mobilio e tutte le cose che c’erano all’interno (la casa non era di proprietà ma in affitto). Ora ha ricevuto anche la pensione di reversibilità della mamma e questo in attesa di concludere gli studi e trovare un lavoro che gli consenta di avere una fonte di reddito certa». 
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