Ore 16.40: abbattuta la torre CV22

Sono serviti 20 chili di plastico per “tagliare” le gambe che giovedì scorso erano rimaste soltanto scalfite e farla crollare
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Porto Marghera/ Torre Vinyls/ Abbattimento della torcia CV22 dell'ex Vinyls
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Porto Marghera/ Torre Vinyls/ Abbattimento della torcia CV22 dell'ex Vinyls
Alle 16.40 e 40 secondi la storia della torre cv22 si è fermata. Il tempo di un battito di ciglia e venti chili di plastico sistemati dai militari del 3° Reggimento Genio Guastatori di Udine e una delle due torri fiaccola simbolo della chimica e delle lotte operaie al Petrolchimico è caduta al suolo.


L’esplosivo le ha tagliato le gambe su cui si reggeva e che erano rimaste solo scalfite nel tentativo di abbatterla, giovedì scorso, compiuto da una ditta di privati. Un lavoro pulito, quello dei guastatori che hanno come motto “arresto e distruggo”. E questa volta hanno distrutto.


Intervento iniziato all’alba.
La macchina dell’Esercito si è messa in movimento ieri mattina all’alba, quando venticinque uomini del Reggimento Guastatori, di stanza alla caserma Berghinz di Udine, si sono messi in movimento. Mentre il team di quattro specialisti sono arrivati al Petrolchimico per iniziare le operazioni preliminari di preparazione delle nicchie dove sistemare l’esplosivo, gli altri loro colleghi sono andati a prelevare i venti chili di esplosivo, le micce detonanti e l’apparato elettrico che servivano per far saltare le gambe della torre. Naturalmente esplosivo trasportato con scorta armata. A spiegarlo è il capitano Giovanni Castelli portavoce del Reggimento Guastatori. L’esplosivo impiegato è del tipo plastico, lo possono usare solo forze armate e polizia, e si chiama PX-64.


Le operazioni per sistemare il plastico.
Alle 8 gli artificieri del genio erano già all’opera per tagliare in determinati punti, stabiliti durante il sopralluogo compiuto venerdì scorso dagli stessi specialisti, le zampe della torre, con lo scopo di creare gli “alloggi” dove applicare l’esplosivo. Successivamente a terra hanno preparato le cariche. Quindi la sistemazione del plastico diviso in più cariche nei punti prestabiliti e ottenuti varie altezze. Per raggiungere l’ultimo dei livelli è stato necessario usare dei bracci meccanici muniti di cesta. Quindi sono state preparate le micce detonanti da collegare poi al sistema elettrico che aveva il compito di innescare l’esplosivo. Successivamente la ditta che si sta occupando della demolizione dell’impianto ex Vinyls ha realizzato una barriera di protezione attorno alla base della torre per garantire la sicurezza di chi doveva operare a ridosso della torcia.


Il conto alla rovescia.
Alle 16 tutte le operazioni preliminari erano concluse. A quel punto è iniziato il conto alla rovescia ed è stato avvisato l’aeroporto Marco Polo per verificare la “finestra” temporale entro la quale si poteva provocare l’esplosione controllata. Infatti c’era la necessità di far deflagrare il plastico senza interferire con le operazioni di atterraggio dei velivoli che usano il corridoio aereo che passa sopra la laguna a ridosso del Petrolchimico. Alle 16.25 un suono di sirena annuncia che mancano 15’ alla deflagrazione. Quindi un secondo suono a meno 5 minuti e infine il conto alla rovescia. Quando manca un minuto il suono viene ripetuto ogni venti secondi. Poi l’artificiere che grida “meno tre, due, uno” e una fiammata si alza dalla base della torre, seguita da un botto secco e la torre inizia a piegare verso la sorella più grande e le cade ai piedi. Tempo una decina di minuti e un’altra sirena avvisa che le operazioni sono finite. Applausi degli operai della Rigato che si stanno occupando della demolizione dell’impianto. Per la storia l’uomo che ha premuto l’interruttore per la scarica detonatrice è il Primo Maresciallo Matteo Mossuto.


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