Ordinanza anti-movida 30 verbali in tre settimane

Mentre la protesta contro la cosiddetta movida continua con raccolte di firme in rete e invio di mail di protesta a Comune, Prefetto, polizia e carabinieri, la polizia municipale si fa forte dei dati di Campo Santa Margherita per dire che in quindici giorni la situazione in campo è stata portata alla normalità, o meglio alla vivibilità.
In tre settimane, da quando cioè è in vigore l’ordinanza contro l’alcol bevuto in campo, sono state trenta le contravvenzioni fatte a più o meno giovani che si portavano da casa birra o vino da bere. Solo venerdì sera ne sono state staccate otto. La presenza in campo di otto agenti, tra uomini del servizio sicurezza urbana e della sezione di Dorsoduro, tre giorni la settimana per far rispettare l’ordinanza, ha dimezzato la presenza di frequentatori. Praticamente spariti, dicono al Comando della Polizia locale, gli spacciatori. Infatti i servizi degli agenti vengono svolti anche con l’impiego di unità cinofile. Sempre il comando della caserma Poerio è convinto che i giovani che frequentavano campo Santa Margherita non si sono spostati in altre aree del centro storico.
Intanto una settimana fa è stata lanciata sulla piattaforma web Change.org, una petizione per raccogliere firme con lo scopo di «Salvare Venezia dalla movida incivile». Petizione che a ieri sera aveva raccolto 214 firme.
Scrive Luca Moioli, primo firmatario, nella lettera che sarò inviata a sindaco, prefetto, polizia locale e stampa: «Venezia è una città tanto meravigliosa quanto delicata. È un patrimonio dell'umanità eppure quasi ogni sera al calare delle tenebre la città cambia faccia: arrivano gli spettri e lo scempio riprende nella più totale indifferenza – è sottolineato – La città è abbandonata a se stessa come una nave alla deriva. Senza nessuna vigilanza l'antica città è costretta così a subire l'insulto degli incivili, che lasciano dietro di loro vetri rotti, spazzatura, vomito, urine ed escrementi. Alla mattina un esercito di spazzini cerca affannosamente di ripulire le tracce di questo scempio affinchè la città si presenti ai turisti con una faccia diversa, apparentemente pulita e civile. Quanto potrà resistere ancora Venezia a questo insulto?
Chiediamo all'amministrazione veneziana di multare pesantemente e sistematicamente i responsabili dei danni e dei disturbi. Le segnalazioni dei cittadini dovrebbero poter indicare all'amministrazione dove avviene questo scempio affinchè le multe possano arrivare precise e puntuali». Moioli nella petizione poi fa precise accuse: «Gli esercenti sono i principali responsabili e dovrebbero rispondere del comportamento incivile dei loro clienti, sia per quanto riguarda i danni causati al patrimonio e sia per il mancato rispetto nei confronti della cittadinanza».(c.m.)
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