Ordigno incendiario vicino binario Tav a Spinea

La segnalazione è arrivata alla Polfer attorno alle 13,15. Sul posto, a Fornase, sono stati inviati gli artificieri della Questura. Due piste: No-Tav o mafia degli appalti
Vicino al pilastro sulla destra è stato trovato l'ordigno (foto Pòrcile)
Vicino al pilastro sulla destra è stato trovato l'ordigno (foto Pòrcile)

SPINEA Una bottiglia incendiaria messa all’interno di un tombino di accesso ai cavi di alimentazione della linea ferroviaria Mestre-Padova. La linea lungo la quale corrono le Frecce. Un attentato dimostrativo che ricorda molto quello che a dicembre ha messo in ginocchio il nodo ferroviario di Bologna. Ma questa volta chi ha agito non ha voluto colpire fino in fondo e infatti non ha acceso la bottiglia incendiaria. Un atto dimostrativo “No Tav” o un episodio da ricollegare agli appalti nel mondo delle manutenzioni ferroviaria? Nessuna pista viene scartata a priori dalla Digos, ma l’episodio ricorda molto gli atti riconducibili agli anarco insurrezionalisti, anche se non ci sono state rivendicazioni.

A fine gennaio, sulla stessa linea a poca distanza, qualcuno aveva messo sui binari un blocco di cemento contro il quale era finito un treno, per fortuna senza conseguenze per il convoglio e i passeggeri. Sono circa le 13 di ieri, quando alcuni tecnici delle Ferrovie che stanno controllando l’impianto di alimentazione della linea Mestre-Padova, dal lato dei binari che comunemente vengono chiamati “Alta Velocità”, aprono un tombino per la verifica dei cavi. E all’interno l’inquietante sorpresa: una bottiglia incendiaria contenente benzina.

La scoperta avviene in territorio comunale di Spinea, in via Fornase. I tecnici chiamano la loro centrale che avverte la polizia ferroviaria. Una volta sul posto, gli agenti si rendono conto che la bottiglia, pur non di grandi dimensioni, poteva scoppiare. Vengono avvisati gli artificieri e la Digos. Sul posto intervengono pure gli agenti della polizia scientifica. Secondo gli artificieri la bottiglia incendiaria potenzialmente era funzionante anche se, in caso di esplosione, avrebbe fatto danni relativi. Per il momento non c’è stata rivendicazione dell’attentato. Durante le operazioni di recupero della bottiglia non c’è stato alcun ritardo dei treni circolanti. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Adelchi D’Ippolito, non tralasciano alcunsa pista anche se la più plausibile porta verso la galassia degli anarco insurrezionalisti che hanno abbracciato la filosofia “No Tav”.

Del resto da tempo a Mestre e in centro storico sono stati trovati striscioni contro la Tav, ma pure scritte fatte sulle porte della Cittadella della Giustizia. Ma manca una rivendicazione, la scritta che solitamente gli anarco insurrezionalisti lasciano sul luogo dell’attentato. Una scritta comunque viene trovata su un pilone accanto al tombino. Una scritta che in realtà mette assieme elementi tra di loro contradditori con un acronimo fino ad ora sconosciuo (SERE).

Si ha l’impressione che sia stata fatta apposta per creare confusione. Scritta in vernice spray nera, fatta di recente. Chi l’ha fatta ha pure disegnato una Stella di David. Gli investigatori comunque hanno trovato numerose analogie con altri attentati compiuti in Italia contro la realizzazione delle linee ad alta velocità. E questa per il momento è la pista più battuta, anche perché in Veneto sta crescendo il dibattito sulla realizzazione della linea Tav, in vista del prolungamento della stessa fino a Trieste.

L’unico tratto di binario quadruplicato si trova proprio tra Mestre e Padova. Su quello dove è stata trovata la bottiglia incendiaria corrono le Frecce e i treni a lunga percorrenza. Vista la maniera artigianale con cui è stato confezionato l’ordigno e piazzate le scritte, non viene escluso nemmeno che si tratti di qualcuno che vuole imitare le gesta degli anarco insurrezionalisti. La bottiglia è stata quindi affidata alla polizia scientifica per l’indagine merceologica sui vari componenti e per la ricerca di eventuali tracce lasciate sulla bottiglia da chi l’ha confezionata. Gli investigatori della Digos, invece, hanno cercato eventuali testimoni della presenza di persone lungo la linea nei giorni scorsi. Verifiche sono in corso anche sul sistema di videosorveglianza che controlla parte dei binari in entrata a Mestre.

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