Orario di lavoro ridotto è battaglia Save-sindacati

Gli impiegati vogliono un turno unico di otto ore e con la pausa pranzo pagata Marchi: «Scandaloso, insulto a chi non lavora». Cgil e Cisl: «Lui retrogrado»
Di Francesco Furlan
Disagi all'aeroporto Marco Polo di Venezia a causa di uno sciopero improvviso degli addetti ai bagagli
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È scontro frontale tra Save e sindacati sulla proposta fatta da quest’ultimi di ridurre l’orario di lavoro dei cento dipendenti non turnisti facendo comprendere nelle otto ore di lavoro anche la pausa pranzo, ora esclusa. «È scandaloso: un insulto a chi soffre», attacca il presidente della società di gestione dell’aeroporto, Enrico Marchi; «Ha una concezione retrograda del lavoro», replicano i sindacati che, visto il muro contro muro, hanno avviato la procedura di raffreddamento.

A svelare le carte è un presidente di Save su tutte le furie: «Se decidono di scioperare voglio che si sappia il perché». Oggi la giornata di lavoro degli impiegati Save è spezzata: va dalle 8.30 - con una flessibilità d’ingresso di trenta minuti - alle 12.30 e, dopo una pausa pranzo di un’ora, dalle 13.30 alle 17.30 o alle 18 qualora l’ingresso sia avvenuto alle 9. La proposta fatta dai sindacati prevede invece - nel perimetro della contrattazione di secondo livello - di mantenere la flessibilità in entrata, con un turno unico di 8 ore comprensivo di trenta minuti per la pausa pranzo. In seconda battuta, qualora fosse impossibile trovare l’accordo, i sindacati chiedono di aumentare la flessibilità con turni di 8 ore ma con la possibilità di arrivare a lavoro anche alle 10. «I sindacati chiedono cioè di essere pagati anche per i trenta minuti della pausa pranzo, riducendo l’orario effettivo di lavoro da 8 a 7 ore e mezza», sbotta Marchi, «una battaglia sindacale che mi sembra un insulto alle persone che non hanno un lavoro e che sono davvero in difficoltà».

«Una trattativa su questi presupposti è impossibile», aggiunge, «perché è come se in un contesto di persone che soffrono la fame questi chiedessero di festeggiare con ostriche e champagne. Forse sentono l’arrivo dell’estate, mi rendo conto che uscire alle 16.30 è più bello per tutti». Nella lettera inviata a Save il 2 aprile da Cgil, Cisl e Uil la mancata accettazione del cambio d’orario dei turni di lavoro è al primo posto dell’elenco dei motivi per cui si dà inizio alla procedura di raffreddamento. «L’elenco della lettera», spiega però Sandro Niero, della Filt-Cgil, «è stato casuale e non per ordine di priorità». E aggiunge che «l’obiettivo non riguarda tanto i trenta minuti di pausa, ma l’aumento della flessibilità, chiesto soprattutto dalle lavoratrici. Sui trenta minuti siamo disposti a mediare garantendo all’azienda la stessa produttività».

Dello stesso avviso è Ivano Traverso della Fit Cisl. «La Save fa utili e pensa solo al proprio profitto mentre i sindacati cercano il profitto dei lavoratori, che vuol dire migliorare la qualità della vita. È una violenza tenere in lavoratori in ufficio fino alle 18 quando mantenendo la stessa produttività potrebbero uscire prima. Con la flessibilità d’orario c’è la possibilità di incentivare i lavori a fare meglio». Venerdì pomeriggio la Save ha convocato i sindacati e tira aria di resa dei conti, anche perché i sindacati sono stati spiazzati dall’uscita di Marchi di rendere pubblico il contenuto della lettera di qualche giorno fa. «Se non si arriva a un accordo saremo costretti ad andare allo sciopero», aggiunge Niero. «Voglio vedere con che faccia proclameranno uno sciopero su una questione del genere», fa sapere Marchi che sulla questione non ha intenzione di fare un passo indietro.

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