Ora la battaglia è su Ostetricia

Mirano. Raccolta di firme per difendere il reparto che la Regione prevede unificato con Dolo

MIRANO. Dalla mobilitazione per Cardiochirurgia a quella per Ostetricia. Ai miranesi pare che da una parte o dall’altra l’attacco al proprio ospedale sia sempre in agguato: così parte la nuova crociata, quella per salvare il reparto Materno-infantile, che la quinta commissione regionale immagina ora con un unico primariato invece dei due attuali. A Mirano temono che possa finire a Dolo, dove c’è già Pediatria, nonostante oggi in Riviera nascano 850 bambini l’anno, contro i 1350 di Mirano. «Siamo di nuovo sotto attacco, in barba a tutti gli indirizzi nazionali che chiedono di concentrare i punti nascita dove si svolgono più di mille parti all’anno», afferma Aldo Tonolo del comitato Salvioli, che lancia una nuova mobilitazione: «Settemila firme da portare in Regione, ho sollecitato i partiti e le associazioni della Consulta del volontariato». Il Salvioli vuole replicare così la grande mobilitazione di Cuore Amico per Cardiochirurgia: seimila firme in sei giorni. Intanto, mentre la quinta commissione regionale metteva al riparo Cardiochirurgia, in Consiglio comunale maggioranza e opposizione arrivavano ai ferri corti sul ruolo tenuto dal Comune in questa delicata battaglia (non ancora conclusa) per la sanità locale. In aula arriva un’interpellanza delle minoranze a firma di Marina Balleello (Pdl), Marco Marchiori (M5S) e Giampietro Saccon (Lega): contestano al centrosinistra di aver rifiutato il dialogo sull’argomento sanità e aver dato segnali di debolezza politica. «Con un atto unilaterale e improvviso hanno addirittura ritirato l’ordine del giorno sulla sanità, chiudendo la porta in faccia al confronto», affonda Balleello a nome dei tre firmatari, «dopo aver raggiunto un consenso di massima espresso in commissione (comunale, ndr), prendiamo atto che le divisioni nel centrosinistra prevalgono sulle ragioni della tutela dell’interesse generale, ma questo atteggiamento di chiusura arreca solo danno alla nostra comunità. Mirano non può delegare ad altri la tutela della salute dei propri cittadini, il Consiglio ha il dovere di pronunciarsi». Già in estate centrodestra e 5 Stelle avevano attaccato la maggioranza dopo le divergenze sul destino di Cardiochirurgia espresse dal vicesindaco Annamaria Tomaello, che si era detta favorevole alla chiusura in ottica di risparmio e in logica di rete. Il sindaco Maria Rosa Pavanello non ci sta: «La linea politica della maggioranza è stata definita nelle linee programmatiche: abbiamo sempre detto no a tentativi di penalizzazione del nostro ospedale, sottofinanziamenti dell’Asl e riorganizzazione di servizi. Soprattutto abbiamo sempre chiesto di proteggere le eccellenze che contraddistinguono i nostri ospedali e in particolare quelle di Mirano. Se per le minoranze è debolezza politica non essere andati a chiedere in Regione un’audizione particolare, come ha fatto il sindaco di Dolo, allora rispondo che non è quello il mio stile: io lavoro con gli altri e insieme alla Conferenza dei sindaci».

Filippo De Gaspari

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