"Ora devono dire dov'è il corpo di Isabella"

Il fratello distrutto: "Dopo la sua scomparsa non ho più voluto parlare con Freddy". La polizia sta scandagliando fiumi e canali
Paolo Noventa e la sorella Isabella
Paolo Noventa e la sorella Isabella

PADOVA. "Stiamo passando un periodo di
sofferenza. Spero solo di trovare mia sorella. Se sono stati loro che confessino il delitto: dicano dov'è il corpo per darle almeno un degno saluto". Questo il commento di Paolo Noventa, in seguito alla svolta nelle indagini sulla scomparsa della sorella Isabella, la 55enne padovana di cui si erano perse le tracce un mese fa e che per gli investigatori sarebbe stata uccisa dal suo fidanzato Freddy Sorgato, dalla sorella di quest'ultimo Debora e da una terza donna, Manuela Cacco, rivale in amore di Isabella (tutti e tre arrestati martedì sera per omicidio premeditato in concorso). "Non capisco quale possa essere il movente - continua Paolo Noventa - Mia sorella si è sempre comportata in maniera corretta con Freddy. Non conoscevo né Debora, né Manuela Cacco. Conoscevo solo lui, che ogni tanto mi raccontava di questa sorella che ha un figlio. Non so cosa dire, porteranno sofferenza anche a questo bambino".


"Dopo la scomparsa di Isabella non mi sono più sentito con Freddy - ha rilevato - ho preferito che le spiegazioni le desse alla squadra mobile. Avevo capito - conclude Noventa - che poteva essere successo qualcosa di grave. Per questo non mi sono fermato alla sua spiegazione e sono corso in Questura".


Intanto la squadra mobile di Padova sta avviando in queste ore le ricerche del corpo di Isabella. Le ricerche prenderanno le mosse scandagliando fiumi e canali del padovano ma anche casolari e aree agricole.
"Isabella era una persona pulita.Non aveva ombre e ho esortato gli inquirenti a non credere alla versione della scomparsa volontaria. Ho ricevuto la telefonata anche dai familiari di Trifone che mi hanno esortato a indagare sulle persone che stavano attorno ad Isabella. Mi ha detto che aveva sentito parlare una persona la televisione e che le erano venuti i brividi perché non sembrava per nulla scosso".  Lo ha detto questa mattina di fronte alla questura di Padova l'avvocato della famiglia di Isabella Noventa, Gian Mario Balduin.


"Il Gps montato sull'Audi di Freddy Sorgato era quello che serviva a creare un alibi. Non avevano per fatto i conti con le telecamere installate a Noventa che hanno filmato la Fiat Punto che sarebbe anch'essa di proprietà dell'uomo", ha continuato l’avvocato Balduin, "Si è trattato di un altro elemento  che si aggiunge ai tanti particolari importanti nella ricostruzione dell'accaduto, come il fatto che Isabella non indossava mai il cappuccio del piumino bianco che si vede addosso ad una donna nei video di sorveglianza e usava scarpe taglia 34, una misura decisamente insolita. Elementi - questi - che discordavano con i fotogrammi delle telecamere che la riprendevano in centro città".

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